“Ci stiamo rendendo conto che lo sviluppo e la prosperità della nostra società si fonda anche su industrie capaci di produrre armi con l’intento di uccidere, arricchendo ulteriormente un mercato di potenti sulla pelle dei paesi più poveri. Invece di aiutare le nazioni in via di sviluppo costruendo ospedali, scuole, dando loro attrezzi per coltivare la terra, sono state consegnate loro micidiali armi per uccidere”. Lo scrive mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina e amministratore apostolico della diocesi di Tricarico, indirizzato alle due Chiese sorelle in occasione del tempo di Quaresima che inizierà domani, mercoledì 22 febbraio, con la Messa delle Ceneri. “La terra, il mare stanno diventando enormi cimiteri dove fosse comuni accolgono decine, centinaia, migliaia di corpi. Ci sono tanti giovani che hanno il coraggio di sfidare le dittature e le repressioni scendendo in piazza affinché la giustizia prevalga, la dignità della persona, soprattutto della donna, sia salvaguardata e promossa, la legge promuova la libertà per tornare a camminare insieme”.
Il Cantiere della pace ha bisogno dell’aiuto di tutti. “Non abbiamo bisogno di essere assunti e avere un contratto di lavoro a tempo determinato. Siamo chiamati ad essere tutti ‘operatori di pace’ a tempo indeterminato, coscienti che la pace non significa assenza di guerra ma va costruita quotidianamente promuovendo, secondo il volere di Dio, la giustizia, la fraternità, mettendo a frutto il comandamento dell’amore che trova nel perdono il suo fondamento”. Durante questo tempo di Quaresima, l’invito del presule ad aprire “il Cantiere della pace in famiglia, tra i parenti, con gli amici, con i vicini di casa”. “Il Cantiere della pace va aperto anche nella propria vita chiedendo aiuto e sostegno. Spesso non si è in pace con se stessi perché in guerra con i propri sentimenti, i propri fallimenti, gli amori malati”.