“Oggi la questione della pace si pone in termini più allarmanti e con conseguenze globali, fino al rischio di un Armageddon nucleare”. A lanciare il grido di allarme è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella lectio magistralis tenuta in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Roma Tre. In particolare, il cardinale ha stigmatizzato il fatto che la risoluzione del Parlamento europeo che sollecitava l’apertura di un negoziato per la guerra in Ucraina sia stata rigettata bea 470 voti su 630. “Mi è sembrato il segnale della rinuncia della politica e la negazione di una pace che non sia solo la vittoria di una parte”. “Non è questa l’Europa, l’Europa che nel 2012 ha vinto il premio Nobel per la pace per il suo ‘never again’, cioè il proposito di mai più fare ricorso all’opzione militare dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale”. “Oggi il ripudio della guerra e della violenza, e l’esercizio di una cultura bella della pace sembrano essersi sbiaditi, come il ricordo della seconda guerra mondiale e della Shoah che ne rappresenta la massima ignominia e crudeltà”, il monito del presidente della Cei, secondo il quale “sarebbe bello esistesse una Costituzione europea con qualcosa di simile al nostro articolo 11, anche perché le guerre non finiscono mai con la firma degli armistizio e dolori e ferite durano più a lungo”.