“Durante le due operazioni di salvataggio eravamo l’unica Ong in acque internazionali della zona Sar. Abbiamo avuto abbastanza difficoltà perché entrambe le imbarcazioni avevano evidenti problemi alla navigazione. La vita di queste persone era veramente a rischio, se non le avessimo trovate in tempo”. Lo ha dichiarato Emanuele Nannini, capo missione Sar di Emergency, dopo lo sbarco a Civitavecchia di 156 naufraghi salvati nel Mediterraneo. “Per noi – ha aggiunto –, il senso di questa missione è soprattutto salvare la vita di persone che scappano da guerra, torture e situazioni di sofferenza ma soprattutto dall’inferno libico. La società civile sta cercando di colmare un vuoto che è stato creato dall’indifferenza e dalla miopia delle istituzioni che da un lato non garantiscono canali sicuri per venire in Europa e dall’altro stanno facendo di tutto per fare in modo che la frontiera più letale dell’immigrazione venga completamente lasciata scoperta. Il nostro mandato è continuare a salvare vite in mare”.