Terremoto in Turchia e Siria: Alemanno (Norcia), “Non possiamo restare inermi”. Comune Amatrice “siate forti”

Famiglia del distretto di Jableh, nel nord-ovest della Siria, accanto alla propria casa distrutta (Foto Unicef)

“Non possiamo restare inermi”: davanti alle popolazioni di Turchia e Siria, devastate dal sisma del 6 febbraio scorso che ha provocato, sino ad oggi, oltre 45mila morti, a parlare è Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, città che conosce bene i terremoti per esserne stata più volte colpita nel 1979, nel 1997 e poi ancora nel 2016, in agosto e ottobre. Scosse, queste ultime, che provocarono numerosi crolli, tra cui quello della basilica di san Benedetto.  “Noi conosciamo bene le difficoltà di quei giorni, impresse nella nostra memoria, e possiamo certamente capire le paure, le frustrazioni per l’oggi ed il domani di chi viveva già in condizioni più difficili delle nostre ed è stato colpito da una catastrofe nemmeno lontanamente paragonabile a quella già terribile che aveva interessato noi”, aggiunge Alemanno.

foto SIR/Marco Calvarese

“Non dobbiamo e non possiamo dimenticare gli aiuti ricevuti. Non possiamo restare inermi. Sono certo che i miei concittadini sapranno rispondere al meglio anche stavolta”, conclude Alemanno annunciando l’adesione del suo Comune alla raccolta di beni di prima necessità in favore delle popolazioni turca e siriana promossa congiuntamente con i comuni dell’Ambito Territoriale 7 della Protezione Civile “Spoleto-Valnerina”. I beni necessari sono coperte, abbigliamento pesante, acqua, alimenti in scatola e prodotti per l’igiene personale, che saranno poi inviati attraverso l’aiuto della Protezione Civile alle zone terremotate.

Amatrice, torre civica (Foto Comm. Legnini)

Anche il Comune di Amatrice, che nel sisma del 24 agosto 2016 ha pagato il tributo più alto di vite umane, 239 sulle 299 totali, ha rivolto, dai suoi canali social, un pensiero di vicinanza ai terremotati di Turchia e Siria: “Un disastro immane, una tragedia incommensurabile. In questo momento così doloroso i nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime e alle persone ferite. Chi meglio di noi può comprendere un dolore simile. Siate forti”.

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