“La missione del canonista non è un uso positivistico dei canoni per cercare soluzioni di comodo ai problemi giuridici. Così inteso, il suo agire si metterebbe al servizio di qualsiasi interesse, oppure cercherebbe di intrappolare la vita in rigidi schemi formalistici e burocratici che trascurano i veri diritti. La grandezza del vostro compito emerge da una visione in cui la normativa canonica, senza dimenticare l’equità del caso singolo, viene attuata mediante le virtù della prudenza giuridica che discerne il giusto concreto. In tal modo non si trascurano né le comuni esigenze di bene comune inerenti alle leggi né le dovute formalità degli atti, ma tutto si colloca entro un vero ministero di giustizia”. Sono queste le parole di Papa Francesco durante l’udienza nel Palazzo apostolico in Vaticano, ai partecipanti al Corso di formazione per operatori del diritto canonico e della pastorale familiare dal titolo “Il Ministerium Iustitiae nell’agire sinodale della Chiesa”, promosso dal Tribunale della Rota Romana dal 14 al 18 febbraio. Durante l’incontro Bergoglio ha evidenziato come sia indispensabile osservare fedelmente le norme canoniche, tenendo però sempre presenti i beni che sono in gioco, per interpretare ed applicare con giustizia quelle norme. “L’anno scorso ho parlato della sinodalità che è intrinseca al processo di nullità matrimoniale (cfr Discorso alla Rota Romana, 27 gennaio 2022). La stessa considerazione vale anche per tutti coloro che partecipano al procedimento per concedere la dispensa dal matrimonio rato e non consumato. E lo spirito sinodale va vissuto in ogni vostro compito giuridico. Il camminare insieme, nell’ascolto reciproco e nell’invocazione allo Spirito Santo, è condizione indispensabile per essere giusti operatori”. Il Papa ha sottolineato l’importanza del confronto e, rivolgendosi agli operatori della pastorale familiare, ha fatto notare come sia importante l’interazione tra pastorale familiare e tribunali ecclesiastici, dato che non si possono ignorare le questioni giuridiche concernenti il matrimonio, per prevenire le nullità di matrimonio e accompagnare le coppie in situazioni di crisi. “Gli operatori dei tribunali non possono mai dimenticare che stanno trattando questioni che hanno una forte rilevanza pastorale, per cui le esigenze di verità, accessibilità e prudente celerità devono sempre guidare il loro lavoro; e non va trascurato, altresì, il dovere di fare il possibile per la riconciliazione tra le parti o la convalidazione della loro unione”. Papa Francesco ha poi ricordato San Giovanni Paolo II nel suo discorso alla Rota Romana del 18 gennaio 1990, “la vera giustizia nella Chiesa, animata dalla carità e temperata dall’equità, merita sempre l’attributo qualificativo di pastorale”.