In quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, la Caritas altoatesina ha già raccolto circa 1,76 milioni di euro in donazioni, per sostenere gli aiuti umanitari nel Paese e per accogliere i profughi giunti in Alto Adige. “La sofferenza è incommensurabile, la situazione umanitaria catastrofica. I numerosi soccorritori della Caritas sono costantemente al lavoro, anche se spesso nelle zone di conflitto rischiano la vita”, afferma la direttrice della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone, Beatrix Mairhofer. “La guerra e i bombardamenti continui, colpiscono duramente quanti sono rimasti in Ucraina. Milioni di persone sono senza elettricità e acqua da mesi, vivono in case distrutte e prive di riscaldamento, con temperature esterne che toccano i meno 20 gradi”, riporta Sandra D’Onofrio del servizio Mondialità della Caritas. Attraverso la rete di cooperazione di Caritas Austria e Caritas Italiana, la Caritas altoatesina continua a sostenere attivamente gli interventi umanitari per la popolazione ucraina: “I soccorritori forniscono rifugi di emergenza per l’inverno, materiale di riscaldamento, indumenti caldi, coperte, ma anche viveri, articoli per l’igiene e medicinali”, elenca D’Onofrio tra le misure salvavita. “Purtroppo, il durare della guerra rende le cose difficili anche ai soccorritori: in molti hanno perso la casa o i familiari, alcuni sono dovuti fuggire e si contano anche diverse vittime”, continua D’Onofrio. La quantità di sofferenza, viene sottolineato in una nota, è enorme per tutti e i danni psicologici causati dalla guerra e dalla fuga – soprattutto per i bambini – non possono ancora essere calcolati. “Oltre ad azioni di soccorso strettamente emergenziali, la rete Caritas offre anche un supporto psicologico a minori e famiglie, assiste o organizza evacuazioni sicure per gruppi particolarmente vulnerabili come orfani, persone con disabilità e malati gravi”. Finora, in Ucraina, sono state aiutate 4 milioni di persone colpite dalla guerra.
Finora la Caritas ha accolto 69 profughi nella struttura Casa San Giorgio, a Sarnes, messa a disposizione dalla diocesi di Bolzano-Bressanone: “Al momento ne sono ospitati 50, la maggior parte donne con bambini”, dice Alessia Fellin, responsabile dell’area ‘Accoglienza’ della Caritas. Dallo scoppio della guerra, circa 200 persone provenienti dall’Ucraina si sono invece rivolte ai centri di consulenza per migranti o per profughi della Caritas: “Qui si affrontano problematiche di tipo legale ed economico, relative all’inserimento scolastico, ai servizi mensa, alle prestazioni sanitarie e altro ancora”, riporta Fellin. Tra le varie cose, a Merano, in collaborazione con l’amministrazione comunale, è stato possibile organizzare 16 alloggi privati per 30 famiglie. A Bolzano, invece, presso il servizio di Distribuzione pasti Santa Chiara della Caritas, hanno ricevuto pasti caldi 270 profughi ucraini, tra cui molte famiglie con bambini. Come ricorda Mairhofer, “tutto questo è stato possibile grazie alla grande solidarietà della popolazione altoatesina”. Numerosi benefattori e sponsor hanno sostenuto o continuano a sostenere la campagna di raccolta fondi della Caritas: “Purtroppo la guerra non è ancora finita; secondo le stime dell’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu, 17,6 milioni di ucraini continueranno ad avere bisogno di aiuti umanitari nel corso dell’anno”, conclude Mairhofer, facendo appello alla solidarietà della popolazione.