“Evangelizzare non è dire blablabla, c’è una passione che coinvolge tutto: per questo parliamo di passione di evangelizzare”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata allo zelo apostolico. “Per Gesù non c’è andare senza stare, non c’è stare senza andare”, ha spiegato Francesco: “L’annuncio nasce dall’incontro con il Signore; ogni attività cristiana, soprattutto la missione, comincia da lì. Non si impara in un’accademia, comincia dall’incontro col Signore. Testimoniarlo irradiarlo; ma, se non riceviamo la sua luce, saremo spenti; se non lo frequentiamo, porteremo noi stessi anziché lui, e sarà tutto vano”. “Può portare il Vangelo di Gesù solo chi sta con lui: uno che non sta con lui non può portare il Vangelo, porterà le sue idee, ma non il Vangelo. Ugualmente, però, non c’è stare senza andare. Infatti seguire Cristo non è un fatto intimistico: senza annuncio, senza servizio, senza missione la relazione con Gesù non cresce”. “L’esperienza della missione fa parte della formazione cristiana”, ha ricordato il Papa a proposito dei “due momenti costitutivi per ogni discepolo: stare con Gesù e andare inviato da Gesù”. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, le cinque parole di Gesù contenute nel capitolo 10 del Vangelo di Matteo, che Francesco ha esortato a ricordare e rileggere. “L’annuncio non parte da noi, ma dalla bellezza di quanto abbiamo ricevuto gratis, senza merito”, ha commentato: “incontrare Gesù, conoscerlo, scoprire di essere amati e salvati. È un dono così grande che non possiamo tenerlo per noi, sentiamo il bisogno di diffonderlo; però nello stesso stile, nella gratuità. In altre parole: abbiamo un dono, perciò siamo chiamati a farci dono. La nostra vocazione è farci dono per gli altri. C’è in noi la gioia di essere figli di Dio, va condivisa con i fratelli e le sorelle che ancora non lo sanno. Questo è il perché dell’annuncio: andare e portare la gioia di quello che noi abbiamo ricevuto”.