Migranti: Save the Children, “4,2 milioni di rifugiati ucraini hanno ottenuto nel 2022 protezione temporanea in Europa”

“Nel 2022 il conflitto in Ucraina ha spinto 4,2 milioni di persone, in gran parte donne e bambini, a cercare salvezza e sicurezza in Europa, dove  hanno avuto la possibilità immediata di accedere alla protezione temporanea. I bambini ucraini, con le loro famiglie e in molti casi anche da soli, hanno affrontato enormi sfide e rischi quando sono fuggiti sotto le bombe dal loro Paese. L’Europa e gli Stati membri hanno dimostrato in questo caso, concretamente, che è possibile predisporre e gestire, anche in larga scala, l’accoglienza e la protezione di chi fugge da una situazione di pericolo grave se c’è la volontà politica di farlo”. Lo dichiara in una nota Save the Children, che dall’inizio dell’escalation del conflitto in Ucraina ha assistito i bambini rifugiati ucraini in 13 Paesi europei e dal 2015 sostiene i minori rifugiati provenienti da altri conflitti o crisi umanitarie nelle zone di frontiera e all’interno dei Paesi europei. L’ong sottolinea oggi in un nuovo rapporto la gravità delle condizioni affrontate dai migranti che cercano di raggiungere la salvezza in Europa attraverso le rotte del Mediterrano o dei Balcani. “L’impegno dell’Unione dovrebbe essere quello di garantire vie sicure e legali di accesso alle persone che fuggono da conflitti, violenze o povertà estrema, in particolare alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie,  ma non essendoci modi sicuri e legali per i minori di raggiungere l’Europa e chiedere asilo, il 90% dei rifugiati a cui è stata concessa protezione nei Paesi europei è stato costretto a utilizzare percorsi insicuri attraverso terra e mare”.
Il rapporto diffuso oggi  rileva che dal 2019 più di 8.000 persone su circa mezzo milione sono morte o disperse sulle rotte del Mediterraneo verso l’Europa, e tra coloro che sono arrivati in Europa il 20% era costituito da bambini. Save the Children mette inoltre in evidenza come le misure dure e drastiche  adottate dall’Ue e dai Paesi membri, determinati a impedire ai rifugiati di entrare nel loro territorio e a “respingere” illegalmente il loro tentativo, siano state fra le cause della morte di bambini e famiglie in cerca di salvezza e di come l’accoglienza e la protezione che l’Europa ha saputo mettere in campo con i rifugiati ucraini abbia dimostrato che queste morti e maltrattamenti non erano e non sono inevitabili.

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