“Chiediamo al Signore la grazia di infondere nei nostri giovani lo spirito dell’amore autentico che, fuor dalle ‘scappatelle’, sostanzia e mette le basi per la maturità; maturità umana e cristiana”. Così mons. Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, nell’omelia della messa celebrata oggi nella basilica di San Valentino, nell’odierna solennità del patrono di Terni e degli innamorati e copatrono della diocesi. A concelebrare il vicario generale della diocesi, mons. Salvatore Ferdinandi, e il parroco di San Valentino, padre Johnson Perumittath, i sacerdoti della diocesi e i padri carmelitani.
La festa di san Valentino, ha spiegato Soddu, “ci pone all’interno della stessa missione di Dio, che è una missione di amore”. Noi, ha precisato, “non potremmo mai parlare di missione se non all’interno, nel contesto e nel filone della vocazione. In altre parole si è mandati in quanto si è stati chiamati, si è stati scelti”. L’amore, ha proseguito, “trova giustificazione in sé stesso, ossia si ama per amore. Questo significa che ogni interrogativo in merito deve trovare risposte d’amore. Se così non fosse l’interrogativo, piuttosto che incentivare l’amore, costituirebbe l’inizio, la base del dubbio e la rovina dello stesso amore. Dio ama il profeta fin dal seno materno – ha aggiunto con riferimento al profeta Geremia – , proprio come la madre ama il frutto del suo amore fin dal suo concepimento. E così anche come quando due persone si vogliono bene, si amano veramente, sembra che si siano conosciute da sempre”.
La città di Terni, ha concluso il presule, “possa avere scritto nel cuore di ciascuno dei suoi abitanti, ossia nella propria condotta di vita, ‘città dell’amore, ossia di ciò che san Paolo delinea con il termine specifico proprio dell’amore/carità, che richiama e si identifica con la realtà sublime di Dio” che “non può essere vinta da niente e da nessuno e pertanto non può che essere sia il fondamento come anche la forza propulsiva per un futuro pieno di speranza”.