“La sofferenza rimane un mistero di fronte al quale tutti ci sentiamo piccoli e fragili, incapaci di dare una risposta, di trovare una spiegazione. Ma se noi guardiamo a Gesù sulla croce, impariamo che lui non è venuto a risolvere la sofferenza ma a prenderla su di sé, è venuto a condividere la ferita che accompagna la vita dell’uomo sulla terra per darle un senso”. Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, durante la messa celebrata lo scorso 11 febbraio con malati, disabili e anziani giunti da varie zone della diocesi, in occasione della XXXI Giornata mondiale del malato. “Nella malattia, nella sofferenza, nell’anzianità – ha ricordato il presule – il Signore Gesù non abbandona nessuno, ma è vicino e sollecito come il buon samaritano e si prende cura di ciascuno. Certo, a volte il peso della solitudine si fa sentire, la fatica di portare avanti la vita quotidiana sembra essere superiore alle nostre forze, ma è proprio lì che siamo invitati ad aprire gli occhi del cuore e a scoprire la presenza misteriosa ed efficace del Signore accanto a noi. Presenza che poi diventa visibile grazie all’impegno e alla generosità di tante persone che gratuitamente, nel silenzio, continuano ad esercitare la solidarietà, l’aiuto, il sostegno, la condivisione. Questo è il mistero della Chiesa dove nessuno si salva da solo, ma dove tutti siamo responsabili della vita di tutti”. Prima della benedizione finale, la statua della Madonna di Lourdes è passata tra i malati e i fedeli presenti in duomo. Al mattino, prima della messa in Duomo, nella chiesa parrocchia di S. Giovanni Paolo II a S. Nicolò di Spoleto i malati hanno vissuto un momento di condivisione e preghiera guidato da don Bruno Molinari, neo assistente ecclesiastico della sotto-sezione Unitalsi di Spoleto-Norcia, che ha illustrato il tema della XXXI Giornata mondiale del malato ed ha guidato la liturgia penitenziale.