Diocesi: Bolzano, a Bressanone convegno sulla pastorale giovanile. “Concentrarci molto di più sulla qualità della relazione”

Le esperienze concrete e il confronto tra chi fa servizio nella pastorale con i giovani sono stati al centro del Convegno diocesano di febbraio 2023 nell’Accademia Cusanus a Bressanone. Hanno portato il loro contributo Fabian Jochum, assistente spirituale della pastorale giovanile della diocesi austriaca di Feldkirch/Vorarlberg, gli Amici del Sermig di Mori, un gruppo di giovani che collabora con le realtà e le associazioni sul territorio trentino, e i rappresentanti del Servizio giovani di Merano. Jochum ha ribadito l’esigenza di prendere sul serio il mondo e la vita dei giovani: “È importante fare pastorale giovanile non solo per i giovani, ma soprattutto con loro”. Una delle maggiori sfide e anche opportunità è quella di avere tempo per i giovani, anche per i singoli. Veronica Pizzini e Aurora Sartori, impegnate nel gruppo Amici del Sermig nella distribuzione pasti e indumenti a Mori, hanno raccontato la loro esperienza: “È essenziale coinvolgere i giovani in un’offerta che sia accogliente e partecipativa. I giovani devono potersi sentire a casa con ciò che offriamo e proponiamo loro”. È anche importante chiarire ai giovani il “perché” e il “per come” dell’impegno comune. Nel corso della discussione si sono approfonditi alcuni interrogativi, per esempio quello su come affrontare le delusioni e la mancanza di partecipazione ad alcuni progetti. Dall’esperienza del Servizio giovani di Merano, Katharina Weger ha raccontato il progetto “Chiesa dei giovani”, avviato nel 2018: “Abbiamo investito molto fin dall’inizio, soprattutto in termini di personale. Ci sono stati molti appuntamenti di apertura in cui non è venuto nessuno. Da un anno a questa parte, possiamo dire che adesso funziona”. Secondo Weger ci vuole molto tempo, forza d’animo e sempre la volontà e il coraggio di cambiare qualcosa o di provare qualcosa di nuovo.
Michele Dalla Serra ha tracciato un bilancio positivo del convegno: “Come prima esperienza da referente per la Pastorale giovanile sono soddisfatto. Nella fase di preparazione abbiamo pensato di strutturare il pomeriggio in modo da proporre un confronto con alcuni ospiti e uno scambio tra i partecipanti, che sono andati oltre le aspettative”. “Da questo convegno – ha aggiunto – credo di aver imparato che nel fare pastorale giovanile dobbiamo concentrarci molto di più sulla qualità della relazione con i giovani e meno sulla quantità dei giovani, in modo da costruire insieme a loro cammini edificanti e generativi, mescolando saggiamente ascolto, Parola, liturgia, testimonianza e servizio”.

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