“Come cristiani non possiamo essere indifferenti alla sofferenza dei migranti”. Al tempo stesso, “si preoccupa il futuro delle comunità e dei villaggi in cui si svolge l’attività estrattiva, i cui effetti sono dannosi per la vita umana e l’ecologia”. L’aumento della violenza, “gli strazianti omicidi e il potenziamento della criminalità organizzata mettono sotto pressione intere comunità e la società panamense è allarmata”. Migrazioni, attività estrattiva indiscriminata e l’aumento di violenza e criminalità sono alcune delle principali preoccupazioni della Conferenza episcopale di Panama, che si è riunita in questi giorni in assemblea plenaria, e ha diffuso ieri un articolato messaggio finale, pervenuto al Sir.
Rispetto alle migrazioni, i vescovi fanno notare il grande aumento di arrivi dalla frontiera colombiana, e soprattutto di minori (il 20% degli ingressi). “Chiediamo alle autorità di continuare il lavoro di assistenza ai migranti nel rispetto dei diritti umani e di sviluppare forme legali per l’integrazione dei migranti nella vita nazionale”, si legge nel testo.
Per quanto riguarda l’allarme sulle attività estrattive e sull’ecologia, si chiede alle autorità che qualsiasi trattativa o accordo con le compagnie minerarie si basi “sul rispetto del quadro giuridico in materia, sulla giustizia sociale, sulla protezione dell’ambiente e sulla consultazione dei cittadini”, al fine di garantire “uno sviluppo sostenibile che non metta in pericolo né le persone né le nostre risorse naturali”.
Assieme a questi temi, i vescovi avvertono che si sta entrando nel Paese nel clima della campagna elettorale per le elezioni presidenziali: “In questo momento, dobbiamo fermarci a riflettere e riconoscere le cause profonde dei nostri mali sociali, senza perdere di vista il grande potenziale che abbiamo per progredire insieme. Per questo motivo, è urgente concentrarsi su un progetto di sviluppo umano integrale, comprendendo che la miglior politica non si limita alla campagna dei partiti politici di fronte alle elezioni, né alla gestione del governo in carica, ma agli sforzi di tutti noi, impegnandoci e assumendo responsabilità personali e comunitarie attraverso una partecipazione consapevole, critica, attiva e inclusiva”.
A livello ecclesiale, la Chiesa panamense si appresta a celebrare, il prossimo 5 marzo, con una messa solenne, il quarantesimo anniversario della visita nel Paese di Papa Giovanni Paolo II.