“La legge sul ‘Giorno del Ricordo’ ha avuto il merito di rimuovere definitivamente la cortina di indifferenza e, persino, di ostilità che, per troppi anni, ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane vittime della repressione comunista”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento pronunciato questa mattina durante le celebrazioni al Quirinale per il Giorno del Ricordo.
“Negli ultimi decenni – ha osservato il capo dello Stato – la ricerca storica ha prodotto risultati notevoli, scandagliando a fondo gli avvenimenti e riportando alla luce una mole impressionante di fatti, documenti e testimonianze inoppugnabili. Via via sono emersi i nomi e le vicende delle vittime”. “La furia dei partigiani titini – ha proseguito – si accanì, in modo indiscriminato ma programmato, su tutti: su rappresentanti delle istituzioni, su militari, su civili inermi, su sacerdoti, su intellettuali, su donne, su partigiani antifascisti, che non assecondavano le mire espansionistiche di Tito o non si sottomettevano al regime comunista. Le violenze anti-italiane, nella maggior parte dei casi, non furono episodi di, inammissibile, vendetta sommaria. Rispondevano piuttosto a un piano preordinato di espulsione della presenza italiana”. “Figure luminose, in quella terra martoriata – come il vescovo di Fiume e poi di Trieste/Capodistria, Antonio Santin – non esitarono, dopo aver difeso la popolazione slava dall’oppressione nazifascista, a denunciare, con altrettanta forza d’animo, la violenza e la brutalità dei nuovi occupanti contro gli italiani”, l’omaggio di Mattarella.