“Le prevaricazioni, gli eccidi, l’esodo forzato degli italiani dell’Istria, della Venezia Giulia e della Dalmazia costituiscono parte integrante della storia del nostro Paese e dell’Europa”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento pronunciato questa mattina durante le celebrazioni al Quirinale per il Giorno del Ricordo.
“Alle vittime di quelle sopraffazioni, ai profughi, ai loro familiari, rivolgiamo oggi un ricordo commosso e partecipe. Le loro sofferenze non dovranno, non potranno essere mai sottovalutate o accantonate”, ha ammonito il capo dello Stato, certo che “troveranno corrispondenza, rispetto e solidarietà a seconda di quanto saremo in grado di proseguire sulla strada di pace, di amicizia, di difesa della democrazia e dei diritti umani, intrapresa con l’approvazione della Costituzione Repubblicana, con la scelta occidentale ed europea, con la costante politica per il dialogo, la comprensione, la collaborazione tra i popoli”.
Parlando poco prima di Italia, Slovenia e Croazia, il presidente ha osservato che “i giovani che vivono ai confini dei nostri Paesi, mantenendo l’orgoglio delle proprie identità, hanno acquisito la consapevolezza di appartenere a un’area con un futuro comune che presenta grandi opportunità – economiche, sociali, culturali – che soltanto la convivenza, la compresenza, il dialogo, la pace possono offrire. Dialogo che si alimenta e si fortifica nell’attenzione costante e reciproca ai diritti delle rispettive minoranze”. “Anche per quanto riguarda la comprensione storica, si è fatta molta strada nella collaborazione”, ha rilevato, aggiungendo che “si tratta di rispettare le diverse sensibilità e i differenti punti di vista. Sapendo che la lezione della storia ci insegna a non ripetere errori e a non far rivivere tragedie, men che mai a utilizzarle come strumento di lotta politica contingente”.