(da Praga) “La delegazione svizzera si trova in un’Europa mosaico, in cui la Chiesa cattolica presenta una grande diversità di realtà e mentalità. Scopre tensioni, ma anche molto ascolto, magnifici impulsi comuni sui temi più forti e una generale disponibilità a camminare insieme. Questa Assemblea continentale mostra una Chiesa viva, aperta allo Spirito Santo. Dà voce a tutte le opinioni, anche quelle polarizzanti, presenta tutte le sue paure e le sue speranze. Ha il coraggio di dire tutto, senza filtri, e di chiedere cambiamenti. Questa è una novità ed è un punto di non ritorno”. È quanto scrive in una nota la delegazione svizzera che ha partecipato in presenza e online alla tappa continentale dell’Assemblea sinodale che si è chiusa ieri a Praga. “Questo evento storico – aggiungono gli svizzeri – ha riunito circa 600 persone provenienti da tutta Europa. È stato seguito da migliaia di persone in streaming. Grazie alla tecnologia e alla buona volontà, questi oratori hanno potuto dialogare e lavorare insieme a largo raggio e quindi cattolico nel proprio senso della parola. Il programma di questa Assemblea sinodale europea è molto ricco. È strutturato attorno a un documento di lavoro che raccoglie gli impulsi al cambiamento e le preoccupazioni dei battezzati di tutto il mondo. La sinodalità è in movimento, con i suoi punti di forza e di debolezza”. “I relatori – fanno sapere i delegati svizzeri – sostengono una Chiesa inclusiva, che accolga senza condizioni, che dia un posto reale a tutti i negletti, alle persone che sono ancora spesso lasciate ai margini, come le donne, i giovani, la popolazione Lgbtqia+, i migranti, le persone in situazioni precarie, ecc. Esortano a vedere una ricchezza nella diversità, e desiderano cambiamenti, una presa di coscienza immediata di fronte agli abusi, alle ingiustizie, allo scoraggiamento dei fedeli che si allontanano dalla Chiesa. Alcuni temono che questo Sinodo non serva a nulla o che deluda. Può rischiare di separare alcuni fedeli, ma affrontare le domande è importante, necessario e foriero di speranza. Il Sinodo deve essere un incontro con il futuro”.