“Scegliamo tutti di essere operatori di pace, di conservare un cuore umano di agnello anche quando il mondo diventa lupo, crede solo nelle armi e non sa più trovare umanità. Gettiamo semi di un mondo diverso, per iniziare già oggi dove siamo il nostro personale cessate il fuoco, disarmando le mani e le menti e riempiendole di sentimenti e legami di amore”. A dirlo ieri sera è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della Messa celebrata per il 55° anniversario della Comunità di Sant’Egidio. “La guerra spegne anche i sogni e gli slanci – ha rimarcato il cardinale -. La Comunità di Sant’Egidio li riaccende, li difende, germoglio di pace che continua a fiorire, anticipo della pace che può fare rinascere la vita. Sant’Egidio tutto è un popolo di operai di pace, perché avvicina i cuori, combatte le barriere, abbatte i muri, costruisce luoghi dove ‘Fratelli tutti’ non è solo una visione grande ma la realtà di comportamenti e parole”. Per il card. Zuppi, oggi più che mai “c’è un grande bisogno di comunità, di una felicità vera e non ingannevole, di un amore gratuito, umano, possibile, di un Vangelo che tocchi il cuore e risponda alle domande che lo agitano e lo fanno soffrire”. “Ecco, questa è la benedizione e la preghiera che chiedo questa sera – ha concluso -, ripetendo parole che per tanto tempo hanno accompagnato la preghiera della Comunità: ‘Signore nostro Dio, che nella confusione e nella solitudine di questo mondo non cessi di radunare con la tua Parola un popolo santo, da ogni terra, città, paese, perché nella carità renda a te un culto gradito, custodisci il gregge che hai radunato, conservalo nel tuo amore, ora e sempre, nei secoli dei secoli’”.