“In un mondo scoraggiato per la violenza e la guerra, i cristiani fanno come Gesù”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa presieduta oggi all’aeroporto di ‘Ndolo, nel secondo giorno del suo viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo. Gesù risorto, dice il Vangelo, “mostrò loro le mani e il fianco”. “Il perdono nasce dalle ferite”, ha commentato Francesco: “Nasce quando le ferite subite non lasciano cicatrici d’odio, ma diventano il luogo in cui fare posto agli altri e accoglierne le debolezze. Allora le fragilità diventano opportunità e il perdono diventa la via della pace”. “Non si tratta di lasciarsi tutto alle spalle come se niente fosse, ma di aprire agli altri il proprio cuore con amore”, ha precisato Francesco: “Così fa Gesù: davanti alla miseria di chi lo ha rinnegato e abbandonato, mostra le ferite e apre la fonte della misericordia. Non usa tante parole, ma spalanca il suo cuore ferito, per dirci che lui è sempre ferito d’amore per noi”. “Quando la colpa e la tristezza ci opprimono, quando le cose non vanno, sappiamo dove guardare: alle piaghe di Gesù, pronto a perdonarci con il suo amore ferito e infinito”, l’indicazione di rotta del Papa: “Lui conosce le tue ferite, conosce le ferite del tuo Paese, del tuo popolo, della tua terra! Sono ferite che bruciano, continuamente infettate dall’odio e dalla violenza, mentre la medicina della giustizia e il balsamo della speranza sembrano non arrivare mai”. “Gesù soffre con te, vede le ferite che porti dentro e desidera consolarti e guarirti, porgendoti il suo cuore ferito”, ha assicurato Francesco: “Con Gesù c’è sempre la possibilità di essere perdonati e ricominciare, e pure la forza di perdonare sé stessi, gli altri e la storia! Cristo questo desidera: ungerci con il suo perdono per darci la pace e il coraggio di perdonare a nostra volta, il coraggio di compiere una grande amnistia del cuore”.