“Seminare il bene fa bene: libera dalla logica angusta del guadagno personale e regala a ogni giorno il suo perché: porta nella vita il respiro della gratuità e ci rende più simili a Dio, seminatore paziente che sparge speranza senza stancarsi mai”. Con questa immagine, incontrando le vittime della violenza nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dalla nunziatura apostolica di Kinshasa il Papa ha ringraziato e benedetto “tutti i seminatori di pace che operano nel Paese: le persone e le istituzioni che si prodigano nell’aiuto e nella lotta per le vittime della violenza, dello sfruttamento e dei disastri naturali, le donne e gli uomini che vengono qui animati dal desiderio di promuovere la dignità della gente”. “Alcuni hanno perso la vita mentre servivano la pace, come l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo, assassinati due anni fa nell’Est del Paese”, l’omaggio di Francesco: “Erano seminatori di speranza e il loro sacrificio non andrà perduto. Fratelli, sorelle, figli e figlie dell’Ituri, del Nord e del Sud Kivu, vi sono vicino, vi abbraccio e benedico tutti voi. Benedico ogni bambino, adulto, anziano, ogni persona ferita dalla violenza nella Repubblica Democratica del Congo, in particolare ogni donna e ogni madre”. “E prego perché la donna, ogni donna, sia rispettata, protetta e valorizzata”, l’appello finale: “commettere violenza nei confronti di una donna e di una madre è farla a Dio stesso, che da una donna, da una madre, ha preso la condizione umana”.