“È fondamentale che le iniziative e le opere di bene, oltre a rispondere alle esigenze immediate, siano sostenibili e durature”. Incontrando, nella nunziatura apostolica di Kinshasa, i rappresentanti di alcune opere caritative, ha raccomandato ai presenti la lungimiranza, che consiste nel portare avanti opere “non semplicemente assistenzialiste, ma realizzate sulla base di quanto realmente si può fare e con una prospettiva di lungo termine, perché perdurino nel tempo e non finiscano con chi le ha avviate”. “In questo Paese – l’esempio scelto da Francesco – c’è un suolo incredibilmente fecondo, una terra estremamente fertile; la generosità di chi aiuta non può non sposare questa caratteristica, favorendo lo sviluppo interno di quanti popolano questa terra, insegnando loro a coltivarla, dando vita a progetti di sviluppo che mettano il futuro nelle loro mani”. “Piuttosto che distribuire beni di cui ci sarà sempre bisogno, è meglio trasmettere conoscenze e strumenti che rendano lo sviluppo autonomo e sostenibile”, il consiglio del Papa, che ha citato il “grande contributo offerto dalla sanità cattolica, che in questo Paese, come in molti altri nel mondo, dà sollievo e speranza alla popolazione, venendo incontro a chi soffre con gratuità e con serietà, cercando sempre, proprio come dev’essere, di soccorrere attraverso strumenti moderni e adeguati”. “Bisogna fare rete”, ha concluso Francesco: “Non solo virtualmente ma concretamente, come avviene in questo Paese nella sinfonia di vita della grande foresta e della sua variegata vegetazione. Fare rete: lavorare sempre più insieme, essere in costante sinergia fra di voi, in comunione con le Chiese locali e con il territorio. Lavorare in rete: ciascuno con il proprio carisma ma insieme, collegati, condividendo le urgenze, le priorità, le necessità, senza chiusure e autoreferenzialità, pronti ad affiancarsi ad altre comunità cristiane e di altre religioni, e ai molti organismi umanitari presenti. Tutto per il bene dei poveri. Fare rete con tutti”.