Papa in R.D. Congo: incontro rappresentanti carità, “cura di più fragili, sanità e istruzione sono compiti prioritari di chi governa”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Il bene è diffusivo, non si lascia paralizzare dalla rassegnazione e dalle statistiche, ma invita a donare agli altri quanto si è ricevuto gratuitamente”. Lo ha ricordato il Papa, incontrando nella nunziatura apostolica di Kinshasa i rappresentanti di alcune opere caritative. “C’è bisogno che soprattutto i giovani vedano questo”, l’invito di Francesco: “Volti che superano l’indifferenza guardando le persone negli occhi, mani che non imbracciano armi e non maneggiano soldi, ma si protendono verso chi sta a terra e lo rialzano alla sua dignità, alla dignità di figlia e figlio di Dio”. “Soltanto in un caso è lecito guardare una persona dall’alto in basso: per aiutarla a sollevarsi”, ha aggiunto a braccio. Secondo Francesco, “è un bel segno che le autorità, attraverso i recenti accordi con la Conferenza episcopale, abbiano riconosciuto e valorizzato l’opera di quanti si impegnano in campo sociale e caritativo. Ciò certamente non significa che si possa delegare sistematicamente al volontariato la cura dei più fragili, così come l’impegno nella sanità e nell’istruzione. Sono compiti prioritari di chi governa, con l’attenzione di assicurare i servizi fondamentali anche alla popolazione che vive lontana dai grandi centri urbani”. Al tempo stesso, per il Papa, “i credenti in Cristo non devono mai infangare la testimonianza della carità, che è testimonianza di Dio, con la ricerca di privilegi, prestigio, visibilità e potere: questa è una cosa brutta, non farlo mai”: “No, i mezzi, le risorse e i buoni risultati sono per i poveri, e chi si occupa di loro è sempre chiamato a ricordarsi che il potere è servizio e che la carità non porta a stare sugli allori, ma domanda urgenza e concretezza”.

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