“Chi è benestante, in particolare se cristiano, è interpellato a condividere quanto possiede con chi è privo del necessario, tanto più se appartiene allo stesso popolo”. È il monito del Papa, che incontrando i rappresentanti di alcune opere caritative, nella nunziatura apostolica di Kinshasa, ha ricordato che “a causare la povertà non è tanto l’assenza di beni e di opportunità, ma loro iniqua distribuzione”. “Non è questione di bontà, ma di giustizia”, ha precisato Francesco: “Non è filantropia, è fede, perché – come dice la Scrittura – la fede senza le opere è morta”. “Anzitutto la carità chiede esemplarità”, ha spiegato il Papa: “non è solo qualcosa che si fa, ma è espressione di ciò che si è. È uno stile di vita, è vivere il Vangelo”. “Occorrono perciò credibilità e trasparenza”, l’indicazione di rotta: “Penso alla gestione finanziaria e amministrativa dei progetti, ma anche all’impegno a offrire servizi adeguati e qualificati. È proprio questo lo spirito che caratterizza tante opere ecclesiali di cui beneficia questo Paese e che ne hanno segnato la storia. Ci sia sempre esemplarità!”.