“Spiragli di speranza in queste prime settimane del nuovo anno per la popolazione del Tigray. La strada verso il ritorno ad una vita dignitosa però è ancora lunga e piena di ostacoli”. Sono stati riaperti i primi voli commerciali (ovvero per passeggeri non operatori umanitari) sull’aeroporto di Mekelle e Shirè. Persone sono rientrate a casa o dai parenti dopo 2 anni di blocco anche se permangono dei blocchi in uscita dalla regione. Fonti locali affermano che, esclusi bambini ed anziani, i tigrini possano salire su un volo solo per motivi di salute”. Sono i primi aggiornamenti che arrivano dal Tigray grazie ad Amici di Adwa, associazione non profit con sede a Cento di Ferrara, che dal 1998 si occupa di cooperazione allo sviluppo, beneficenza, adozione a distanza ed aiuto alla popolazione dell’Etiopia. In particolare, ad Adwa l’onlus supporta la missione “Kidane Mehret” delle suore salesiane Fma (Figlie Maria Ausiliatrice), fondata da suor Laura Girotto. Ripresa la distribuzione di energia elettrica, riattivate le telecomunicazioni e alcune funzionalità delle banche. “Resta però il problema dei tanti dipendenti statali che non ricevono stipendi da anni. Inoltre, dopo tanto tempo di blackout, purtroppo chi riallaccia contatti viene a conoscenza di notizie nefaste: tanti parenti deceduti nel corso di questi due anni di cui non si sapeva nulla” spiegano dall’associazione. “Sono state sbloccate le consegne degli aiuti umanitari, anche se la disponibilità di carburante è sempre scarsa. Possiamo testimoniare che anche ad Adwa sono arrivati cereali, legumi, olio alimentare, distribuiti tra la popolazione e la mensa interna della missione ed ospedale. La Croce rossa e Medici senza frontiere hanno consegnato alcuni medicinali e dispositivi medici, anche se non tutto il fabbisogno viene coperto. Unicef fornisce alimenti terapeutici per la malnutrizione. Comincerà inoltre a fornire il latte in polvere per sopperire al decesso o alla denutrizione di moltissime mamme”.
Nell’ospedale Kidane Mehret di Adwa, grazie all’erogazione di energia elettrica, è possibile tenere accese le incubatrici per i neonati bisognosi di terapia intensiva neonatale a causa della denutrizione durante la gestazione. Nonostante tutto, spiegano dall’Associazione, restano delle forti criticità e tensioni: “L’esercito tigrino ha mantenuto l’impegno del disarmo, con la cessione delle armi pesanti all’esercito federale. Anche alcune truppe eritree si sono ritirate, lasciando una scia di razzie e violenze, ma perdura la loro pericolosa presenza in alcune aree, anche ad Adwa; così come le milizie etniche amhara, in particolare nelle zone di confine contese; solo il 9% delle strutture sanitarie in Tigray è funzionante. Il ministero della sanità etiope ha stimato che serviranno 1,4 miliardi di dollari per la ricostruzione; la denutrizione acuta mette alla prova un’ampia fascia di popolazione del Tigray e zone limitrofe. In particolare colpisce le donne in gravidanza ed i bambini. Le stime parlano di oltre il 70% di mamme denutrite, che di conseguenza partoriscono neonati sottopeso con scarse probabilità di sopravvivenza, e che sono troppo debilitate per allattare al seno. Ad oggi non è ancora possibile importare latte in polvere in Tigray, servono permessi umanitari molto complessi da ottenere”. A riguardo l’associazione Amici di Adwa prosegue nel suo impegno a sostenere la missione di suor Girotto promuovendo progetti di sviluppo in ambito educativo, sanitario, agricolo e seguendo il programma di adozione a distanza dei bambini di Adwa. Info: https://www.amicidiadwa.org/.