In Europa torna a crescere il fenomeno dell’accattonaggio dei bambini rom. In aumento anche i discorsi e gli atteggiamenti anti-rom e anti-nomadi in diversi Paesi Ue. Ma “reprimere con misure penali l’accattonaggio non è una soluzione”. È quanto emerge dal rapporto pubblicato dal Comitato di esperti del Consiglio d’Europa sulle questioni di rom e nomadi. Gli esperti ritengono che “le misure socio-economiche per affrontare le cause profonde dell’accattonaggio e migliorare le condizioni di vita delle comunità rom siano preferibili a misure per rendere dell’accattonaggio un reato penale”. Le ricerche dimostrano che “l’accattonaggio non ha motivazioni criminali”, ma è il risultato di un’estrema povertà: i bambini rom possono essere indotti a chiedere l’elemosina dalla famiglia o da terzi per pagare i debiti familiari. La pandemia di Covid-19 ha aggravato le condizioni delle comunità rom in Europa. Secondo il rapporto, nove Stati membri del Consiglio d’Europa non vietano l’accattonaggio, mentre 29 Paesi ne prevedono forme di reato. In 11 Stati l’accattonaggio è vietato a livello locale. La relazione raccomanda di “armonizzare” la legislazione agli standard Ue sui diritti umani per contrastare la povertà. Il rapporto raccomanda delle misure a sostegno alle famiglie rom: mediazione scolastica e assegni mensili per garantire la frequenza scolastica dei bambini; tutela dei minori e assistenza legale. “L’allontanamento del bambino dalla famiglia deve essere considerato solo come ultima risorsa”, conclude il rapporto.