“Quest’anno, da piazza San Pietro penseremo a Greccio, che a sua volta ci rimanda a Betlemme”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza le delegazioni per il dono del Presepio e dell’Albero di Natale allestiti in piazza San Pietro, che saranno inaugurati questo pomeriggio. ”E mentre contempliamo Gesù, Dio fatto uomo, piccolo, povero, inerme, non possiamo non pensare al dramma che stanno vivendo gli abitanti della Terra Santa, manifestando a questi nostri fratelli e sorelle, specialmente ai bambini e ai loro genitori, la nostra vicinanza e il nostro sostegno spirituale”, ha proseguito Francesco: “sono questi che pagano il vero conto della guerra”. Secondo Francesco, “davanti ad ogni presepe, anche a quelli realizzati nelle nostre case, noi riviviamo ciò che è avvenuto a Betlemme più di duemila anni fa; e questo dovrebbe risvegliare in noi la nostalgia del silenzio e della preghiera, nella nostra vita spesso frenetica. Silenzio, per poter ascoltare quello che Gesù ci dice da quella ‘cattedra’ singolare che è la mangiatoia. Preghiera, per esprimere lo stupore riconoscente, la tenerezza, magari le lacrime che la scena della Natività suscita in noi. E in tutto questo ci è di modello Maria: lei non dice nulla, ma contempla e adora”. In piazza, accanto al presepe, c’è l’albero, ha ricordato il Papa, di cui stasera, al termine della cerimonia, verranno accese le luci”: “È arricchito con stelle alpine coltivate in pianura, per tutelare quelle che crescono in alta montagna. Anche questa è una scelta che ci fa riflettere, evidenziando l’importanza della cura per la nostra casa comune: i piccoli gesti sono essenziali nella conversione ecologica, gesti di rispetto e gratitudine per i doni di Dio”.