Perù: l’ex presidente Fujimori è uscito dal carcere. Human Rights Watch, “l’attuale sentenza viola il diritto internazionale”

L’ex presidente del Perù Alberto Fujimori, oggi ottantacinquenne e malato, è fuori dal carcere del Barbadillo, dove ha trascorso gran parte degli ultimi 14 anni, dopo che era stato estradato dal Cile nel 2007 e, quindi, condannato a 25 anni di carcere per delitti di lesa umanità durante il periodo della sua dittatura. A nulla è valsa, dunque, la “diffida” giunta dalla Corte interamericana dei diritti umani (Cidh), che già nel 2022 si era opposta alla scarcerazione. Il precedente “tentativo” di liberazione era avvenuto nel 2017, quando l’ex presidente e dittatore aveva goduto di una sentenza di grazia poi annullata. In quell’occasione rimase per quasi cento giorni in una clinica, prima di essere nuovamente rinchiuso al Barbadillo. In questi giorni, il Tribunale costituzionale ha reso nuovamente “operativa” la grazia concessa dall’allora presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski. Ad accoglierlo, qualche ora fa, nel tardo pomeriggio peruviano, i figli Keiko e Kenji, alcuni politici a lui vicini e un piccolo gruppo di nostalgici del suo regime. Permane, al tempo stesso, la protesta dei familiari delle vittime della dittatura e delle organizzazioni per i diritti umani.
L’ong Human Rights Watch ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “la concessione di una grazia umanitaria a Fujimori potrebbe essere compatibile con gli standard internazionali dei diritti umani, a condizione che non abbia ricevuto un trattamento speciale e che il suo rilascio sia stato il risultato di un accertamento medico indipendente, approfondito e conclusivo che abbia stabilito la gravità del suo stato di salute”. Tuttavia, “la grazia umanitaria di Kuczynski non ha soddisfatto questi criteri”, per cui ritiene che il rilascio dell’ex presidente “violi il diritto internazionale”.

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