“Forse oggi dovremmo recuperare la dimensione dell’essere medici, non del fare i medici”. Lo ha detto ieri sera Dario Sacchini, docente di bioetica all’Università Cattolica di Roma, intervenendo al webinar “La medicina è solidale”, promosso dall’associazione Scienza&Vita. Provando a delineare confini e termini della questione, Sacchini ha sottolineato il “capovolgimento” della relazione medico-paziente “dal modello quasi paternalistico del passato ad un modello contrattualistico” nel quale “si fa sempre più strada il cosiddetto principio di rispetto dell’autodeterminazione del soggetto, positivo in linea di principio ma pericoloso quando questo prende la via del braccio di ferro tra paziente e medico”. Per Sacchini, anche il modello contrattualistico si è tuttavia rivelato insufficiente: “Ora di sta navigando verso un tipo di relazione nella quale medico e paziente sono compagni di viaggio, ovviamente con competenze e ambiti diversi, e insieme analizzano il problema di salute, lo interpretano e insieme decidono il percorso da intraprendere in una pianificazione condivisa delle cure”.