Due degli avvocati del finanziere Raffaele Mincione, uno dei dieci imputati del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, hanno chiesto l’assoluzione per tutti i capi di accusa relativi al loro assistito. Questa, in sintesi, l’82ª udienza del processo in corso nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani, secondo quanto ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguirla. “È inoppugnabile che da decenni la Segreteria di Stato gestisce fondi per oltre 700 milioni di euro, tramite investimenti finanziari complessi”, ha detto l’avvocato Urciuoli, che ha commentato: “I mercanti del tempio c’erano già da molto tempo”. Quanto alle tesi del Promotore di Giustizia vaticano, Alessandro Diddi, il legale ha parlato di “difetto di prospettiva” e di “contraddittorietà della linea accusatoria”. L’avvocato Ester Molinaro, soffermandosi in particolare sul reato di truffa contestato al suo assistito, ha precisato che “non si trattava di fondi dell’Obolo di San Pietro” e ha contestato a sua volta la linea usata dal pm vaticano, che ha procurato “un danno di immagine” a Mincione, nei confronti del quale a suo dire c’è stato “un pregiudizio eccessivo”. Di qui la richiesta di entrambi gli avvocati di assoluzione dell’imputato, accusato dei reati di truffa aggravata, peculato e peculato aggravato, abuso d’ufficio aggravato, appropriazione indebita aggravata, autoriciclaggio e corruzione aggravata. Domani in aula interverrà la difesa di Fabrizio Tirabassi e ci sarà un intervento conclusivo della difesa del card. Angelo Becciu.