“Serve un condiviso atto di retta ragione e di buona fede che avvii sulla strada che porta a liquidare le ragioni per scannarsi, che pure esistono e vengono sempre e inesorabilmente elencate e rivendicate, ma che non giustificano nessuno degli orrori consumati, in Israele e a Gaza come in Ucraina e in 182 altre guerre in corso, sulla pelle di donne, uomini e bambini”. Le parole dell’editoriale di “Popoli e Missione” di dicembre firmato da Marco Tarquinio, introducono al tema centrale del numero: il prezzo altissimo delle guerre decise da leader e governi, che viene pagato dai popoli in termini di vite umane, di shock sociali e di impoverimento economico. La conta degli orrori che si ripetono al cospetto del mondo è drammatica, come si legge nel dossier centrale con le voci dei missionari, come sempre impegnati a resistere a fianco dei popoli in sofferenza.
Grandi interessi e rancori storici attraversano la Terra Santa – Palestina ed Israele – sin dalle origini. I civili di Gaza – spiegano dalla redazione – oggi cercano di sopravvivere a dispetto della realpolitik, mentre la distruzione prevale. “Diamo voce a chi crede nella pace e cerca un’alternativa di senso ad una visione manichea e duale del conflitto, per fare giustizia”.
A livello internazionale segnali di novità vengono dal Messico dove due candidate – l’ex sindaca di Città del Messico, Claudia Sheinbaum, e la senatrice Xóchitl Gálvez – si fronteggiano in una campagna elettorale che molti definiscono già storica. “Ma anche dall’Africa, nel Congo che va alle urne per scegliere il nuovo presidente; e nel Kivu martoriato da 30 anni di guerra, violenze, ingiustizie e vessazioni, c’è chi si impegna per i più deboli e gli emarginati, come l’associazione Apaed, grazie alla sua fondatrice Jeanne-d’Arc Bahati Balemba”, laica carmelitana, madre di nove figli, cattolica e “appassionata dell’apostolato” come lei stessa ama descriversi.
Dall’Asia, una intervista esclusiva al cardinale Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo che dallo Sri Lanka chiede “un’inchiesta internazionale per il mio popolo” per chiarire e sciogliere i problemi politici e sociali che ancora ostacolano la pacificazione del Paese.