La presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam) ha espresso la propria solidarietà al card. Álvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango (Guatemala) e presidente della Rete ecclesiale latinoamericana Clamor, dopo essere stato minacciato da settori dell’attuale Governo di un possibile mandato di arresto, a causa delle sue prese di posizione per il rispetto della scelta fatta democraticamente dagli elettori in occasione delle elezioni presidenziali. Il Celam sottolinea che il cardinale, intervistato dal Sir nei giorni scorsi, “è un testimone del Vangelo di Gesù Cristo incarnato nel più povero dei poveri, la cui voce esprime i sentimenti di un popolo che cerca modi per esprimere le sue giuste richieste”. E aggiunge che “questa è la missione di tutta la Chiesa e per questo siamo al fianco del cardinale Ramazzini, facendo eco alle sue lotte e alle sue preoccupazioni. All’inizio dell’Avvento, chiediamo alla Vergine Maria la sua intercessione affinché il Signore aiuti il popolo guatemalteco a trovare vie di pace in uno spirito di comprensione fraterna”. Parlando a Radio Alegria del Guatemala, il card. Ramazzini ha detto di aver lasciato il Guatemala per la Germania per un incontro con Adveniat, smentendo, così, le voci di un presunto esilio: “Non lascio il Paese come alcuni hanno detto, che sono minacciato o che vado in esilio, niente del genere, questo viaggio era già stato programmato mesi fa per sostenere la campagna di Avvento di Adveniat”. Il cardinale ha riferito che i media ufficiali hanno riferito che la Procura della Repubblica non ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, e “questo è vero perché non ho commesso alcun reato, ma in questo Paese dove ci sono tanti pettegolezzi e chiacchiere, non si sa mai”.