“La Palestina è una realtà ‘sequestrata’ da molti anni e vittima di un buco informativo”: a denunciarlo è stato oggi Andrea De Domenico, direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari nei Territori Palestinesi Occupati (Ocha), durante un incontro promosso da Articolo 21 e dalla Fondazione PerugiAssisi, in vista della Marcia della pace di Assisi del 10 dicembre e del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.
In collegamento da Gerusalemme, De Domenico, oltre a fare il punto sulla emergenza umanitaria a Gaza, ha parlato della situazione in Cisgiordania dove il suo ufficio si occupa della risposta umanitaria e del suo coordinamento. “In Cisgiordania – ha spiegato il direttore di Ocha – assistiamo ad una violenza quotidiana che nell’ultimo anno ha mostrato un incremento progressivo e che, dal 7 ottobre, è andata completamente fuori controllo. Da anni seguiamo e documentiamo la violenza dei coloni, l’uso eccessivo della forza da parte dell’Esercito e la limitazione dei movimenti della popolazione palestinesi”. Ancora più grave il fenomeno delle “demolizioni delle case palestinesi. A detta degli israeliani queste sono costruite senza permessi e quindi sarebbero illegali. Ma è sistematicamente provato – ha aggiunto il funzionario Onu – che tutte le domande dei palestinesi per costruire case in Cisgiordania sono rigettate da Israele. Il piano è ben chiaro: cambiare la demografia di una parte della Cisgiordania”. “Gli israeliani – ha spiegato De Domenico – non ne fanno un mistero perché ritengono la Cisgiordania non un territorio occupato ma ‘conteso’. Intorno a questo concetto hanno costruito una serie di politiche che stanno spingendo i palestinesi ad andarsene. Dal 7 ottobre, poi, in Cisgiordania ci sono state oltre 240 vittime palestinesi, anche bambini”. Tra i fenomeni che si sono acuiti in questo ultimo anno quello della violenza dei coloni: “Ci sono coloni armati che entrano nelle case palestinesi minacciando e distruggendo tutto. Otto palestinesi sono stati uccisi dai coloni dal 7 ottobre a oggi. Le azioni dei coloni avvengono il più delle volte davanti gli occhi dell’esercito che resta impassibile. Se permane questa situazione il rischio che possa aprirsi un secondo fronte di guerra in Cisgiordania è molto alto. La Palestina – ha concluso il direttore di Ocha – è una realtà sequestrata perché di questa distribuzione dell’ingiustizia quotidiana non si parla nei media. C’è un buco informativo. I giornalisti devono avere il coraggio che manca alla politica e combattere la campagna di disinformazione intorno a questa guerra facendo sentire la voce di chi non può parlare. Devono risvegliare il rispetto per l’umanità, non si può accettare la morte di centinaia di bambini, non c’è giustificazione che tenga”.