“L’altare non è un palcoscenico! In un tempo, come il nostro, in cui l’anonimato sembra diffondersi sempre di più, non è raro incontrare persone alla ricerca, talvolta nevrotica, di visibilità. È dunque più che opportuno un richiamo alla discrezione richiesta dalle azioni liturgiche e dagli spazi sacri, a cominciare dall’altare”. Lo si legge in una nota diffusa oggi dalla diocesi di Lucera-Troia.
“L’altare non è un palcoscenico dal quale i tanti devoti delle nostre chiese possono esibire il loro afflato religioso. L’altare non è un palcoscenico per gli amministratori e i politici di dilungarsi in ‘comizi’ retorici ed inopportuni. Gli interventi istituzionali sono bene accetti, purché siano improntati a misura e a buon senso. L’altare non è un palcoscenico dal quale i bambini presentano le loro capacità ‘artistiche’ a vanagloria dei genitori. L’altare non è, neppure per i sacerdoti, un palcoscenico per mostrare se stessi, oscurando il mistero e la persona di Gesù, che è rimane il centro e il fondamento della nostra fede, nonché l’unico e vero redentore del mondo”, viene precisato nella nota.
“Per tutti vale il detto attribuito ad Ignazio di Loyola, che rivolgendosi ai suoi confratelli amava dire: ‘Ricordati che il Messia c’è già, è uno solo, e non sei tu'”, conclude la nota della diocesi.