La Cop28 di Dubai ha forti echi in America Latina, anche in virtù del fatto che negli Emirati sono presenti delegazioni di alto livello e diversi capi di Stato di Paesi latinoamericani. Notevole l’impatto dell’appello arrivato da Papa Francesco di un Fondo mondiale per eliminare la fame e contrastare il cambiamento climatico, con i soldi degli armamenti. A esprimere il loro sostegno, tra gli altri, il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula, e il presidente della Colombia, Gustavo Petro, entrambi presenti a Dubai
Una chiave di lettura viene proposta al Sir da mons. Darío de Jesús Monsalve, arcivescovo emerito di Cali (Colombia): “L’audacia della pace deve unirsi al disarmo e allo smantellamento dell’industria bellica, che si nutre dei conflitti”. Il presidente brasiliano Lula, a Dubai, ha lasciato spazio alla ministra della foresta amazzonica Marina Silva, rivolgendo prima un appello a “tornare a credere nel multilateralismo” e a ridurre gli armamenti. Aderendo, così, ad alcune delle richieste del Papa.
Commenta da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “In America latina, si è parlato molto del discorso di Lula. Ha avuto un impatto mondiale la decisione del presidente Petro, di far aderire la Colombia, primo Paese dell’America Latina, all’alleanza di Nazioni che chiedono un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili. Molto importante è stato l’incontro tra la ministra colombiana dell’ambiente Susana Muhamad e il secretario di Stato della Santa Sede, card. Pietro Parolin. Ho accompagnato personalmente Susana Muhamad, in varie occasioni, quando era una giovane trentenne vicesindaca e parlava della novità dell’enciclica Laudato si’. Trovo interessante il ruolo di ministre ambientaliste come Susana Muhamad, in Colombia, e Marina Silva, in Brasile, in vista del multilateralismo auspicato dal Papa”.