“Il cristiano, come Maria, è un pellegrino di speranza”. Lo ha ribadito il Papa, nell’omelia del tradizionale “Te Deum” di fine anno, nella basilica di San Pietro. “E proprio questo sarà il tema del Giubileo del 2025: ‘Pellegrini di speranza’”, ha ricordato Francesco, che ha lanciato un interrogativo esigente: “Roma si sta preparando a diventare nell’Anno Santo città della speranza?”. “Tutti sappiamo che da tempo è in atto l’organizzazione del Giubileo”, ha argomentato Francesco: “Ma comprendiamo bene che, nella prospettiva che qui assumiamo, non si tratta principalmente di questo; si tratta piuttosto della testimonianza della comunità ecclesiale e civile; testimonianza che, più che negli eventi, consiste nello stile di vita, nella qualità etica e spirituale della convivenza”. “Stiamo operando, ciascuno nel proprio ambito, affinché questa città sia segno di speranza per chi vi abita e per quanti la visitano?”, la domanda rivolta ai cittadini della Capitale. “Entrare in Piazza San Pietro e vedere che, nell’abbraccio del Colonnato, si muovono liberamente e serenamente persone di ogni nazionalità, cultura e religione, è un’esperienza che infonde speranza”, ha argomentato il Papa: “ma è importante che essa sia confermata da una buona accoglienza nella visita alla Basilica, come pure nei servizi di informazione”. “Il fascino del centro storico di Roma è perenne e universale – l’altro esempio citato da Francesco – ma bisogna che possano goderlo anche le persone anziane o con qualche disabilità motoria; e occorre che alla ‘grande bellezza’ corrispondano il semplice decoro e la normale funzionalità nei luoghi e nelle situazioni della vita ordinaria, nella vita feriale. Perché una città più vivibile per i suoi cittadini è anche più accogliente per tutti”.