Ucraina: massiccio attacco su tutto il Paese. Condanna e cordoglio del Consiglio delle Chiese

(Foto ANSA/SIR)

“Esprimiamo il nostro cordoglio alle famiglie ucraine che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa delle azioni terroristiche della Russia. Ringraziamo le forze di difesa ucraine e chiediamo a Dio di benedire il loro servizio con il successo e la vittoria. Preghiamo per il popolo ucraino e per ogni persona, affinché l’Onnipotente ci dia la tempra ad essere forti nello spirito e a sconfiggere il male!”. Con queste parole, il Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose, che rappresenta diverse Chiese cristiane, comunità ebraiche e musulmane dell’Ucraina, “condanna categoricamente” il massiccio attacco “terroristico” che la Federazione Russa ha inferto oggi, 29 dicembre, contro le città ucraine, le sue infrastrutture e la popolazione civile. In un comunicato diffuso oggi, anche in lingua italiana dal segretariato a Roma della Chiesa greco-cattolica ucraina, il Consiglio delle Chiese invita “tutti i Paesi del mondo” e “condannare le azioni della Federazione Russa contro l’Ucraina, riconoscendo la Russia come uno stato terrorista” e “fornire all’Ucraina i mezzi necessari per proteggere la vita, inclusi ulteriori mezzi di difesa antiaerea, aerei e tutto il necessario per la difesa e il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Le Chiese e le organizzazioni religiose invitano anche il Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e le altre organizzazioni interreligiose internazionali a “riconoscere la responsabilità morale e altre responsabilità della Chiesa ortodossa russa, che in ogni modo possibile sostiene l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, incita all’ostilità interetnica e interconfessionale e attraverso la predicazione dell’ideologia del “mondo russo” incoraggia il genocidio del popolo ucraino”. Il Consiglio pan-ucraino ricorda l’esempio della Chiesa riformata olandese nella Repubblica del Sudafrica che ha giustificato l’apartheid e per il quale “è stata giustamente condannata dalla comunità internazionale ed esclusa dal Consiglio ecumenico delle Chiese”.
Secondo le autorità locali, sono almeno 18 i civili rimasti uccisi in Ucraina nell’ultima raffica di raid aerei russi, mentre almeno 86 persone sono rimaste ferite e un numero al momento non noto di altre persone sono rimaste sepolte sotto le macerie. Secondo l’aeronautica militare ucraina, si tratta del più grande attacco aereo russo in 22 mesi di guerra. A Odessa, sulla costa meridionale, la caduta dei rottami di un drone ha innescato un incendio in un edificio residenziale a più piani; il governatore Oleg Kiper ha riferito che il bilancio è di 2 morti e 15 feriti, fra cui 2 bambini. Per quanto riguarda Leopoli, il sindaco della città occidentale Andrii Sadovyi ha riferito che il bilancio è di un morto e 8 feriti e che tre scuole e un asilo sono stati danneggiati in un attacco condotto con droni nella regione. L’attacco ha provocato un incendio in un magazzino nel quartiere Podil della capitale, dove 5 persone sono state estratte dalle macerie. Nel nord-est dell’Ucraina, inoltre, il sindaco di Kharkiv, Igor Terekhov, ha dichiarato che la città è stata sottoposta ad almeno tre ondate di attacchi aerei durante la notte, che hanno incluso il lancio di missili S-300 e Kh-21; secondo le autorità, qui il bilancio è di un morto e almeno 9 feriti. L’attacco è stato condannato anche dall’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, che su X ha parlato “dell’ennesimo attacco vile e indiscriminato contro scuole, una stazione della metropolitana e un ospedale”, ribadendo che “l’Ue è al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”.

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