Sono poco più di 300mila, secondo l’Istat, i nuclei familiari composti da almeno sei persone che vivono in Italia. Poco meno di 800mila, invece, le coppie con almeno tre figli. Negli anni Sessanta dello scorso secolo, invece, le famiglie composte da papà, mamma e almeno quattro figli erano circa 3 milioni.
“Delle famiglie numerose – secondo quanto previsto dal Nadef – si dovrebbe occupare un disegno di legge ad hoc – collegato alla legge di bilancio – cui lavorerà il parlamento ad inizio 2024. Disegno di legge chiamato a chiarire, prima di tutto, cosa si deve intendere per famiglia numerosa”, ricorda l’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn), che aderisce al Forum nazionale delle associazioni familiari.
Ma cosa si intende, oggi, per famiglia numerosa? Lo ha chiesto Anfn a un campione rappresentativo di grandi famiglie del nostro Paese.
Per il 95% delle famiglie intervistate si è famiglia numerosa se si ha almeno tre figli. All’interno di questo insieme, il 61% propende per considerare “numerosa” la coppia con almeno tre figli, il 39% sostiene invece che una famiglia possa definirsi «numerosa» da quattro figli in su.
Fino a quando una famiglia numerosa dovrebbe essere sostenuta? Per poco meno di sette famiglie su dieci una grande famiglia dovrebbe essere sostenuta dallo Stato finché i figli sono a carico (con un limite di età di 21 anni se i figli sono lavoratori e di 26 anni se invece sono studenti).
Nel commentare i risultati dell’indagine i presidenti Anfn Alfredo e Claudia Caltabiano ricorrono ad un neologismo “Children’s gap” per definire le difficoltà incontrate dalle “grandi famiglie” in Italia, superiori alle famiglie senza o con un solo figlio.
In particolare le famiglie intervistate lamentano la presenza sul mercato di case non sufficientemente accoglienti per una grande famiglia. Anche le nuove abitazioni “popolari” costruite dalle Regioni sono quasi tutte di piccole o medie dimensioni e non dispongono di camere sufficienti per le esigenze di tutti gli utenti.
C’è poi la difficoltà di accesso ad un finanziamento per l’acquisto della casa, in virtù di quello che il quotidiano Avvenire ha battezzato “l’algoritmo della denatalità”. Un algoritmo i cui effetti dovrebbero ridursi grazie ad un emendamento alla legge di Bilancio che inserisce le famiglie con almeno tre figli tra le categorie prioritarie destinatarie del fondo di garanzia Consap.
Ma anche la difficoltà di ottenere un’abitazione in affitto da un privato, per la diffidenza del proprietario.
I genitori (e in particolare le mamme) lamentano difficoltà di accesso al mercato del lavoro e ostacoli da superare nella carriera professionale, per effetto della latitanza di misure di conciliazione tra lavoro e famiglia. Non riescono a risparmiare sulle assicurazioni. Né si sentono rappresentati a sufficienza dalla politica.
Nella ricerca, di tipo qualitativo, sono state coinvolte circa 1.360 famiglie, per un totale di 5.400 persone, equamente distribuite nel territorio nazionale.