Ancora un Natale di sangue in Nigeria. Secondo quanto fa sapere “Porte Aperte/Open Doors”, uomini armati hanno ucciso almeno 160 persone in villaggi a maggioranza cristiana nello Stato di Plateau, in Nigeria. L’attacco ben coordinato è iniziato alla vigilia di Natale ed è proseguito fino alle prime ore di lunedì 25 dicembre. Monday Kassah, capo del governo locale di Bokkos, nello Stato di Plateau, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp che più di 300 persone sono rimaste ferite nell’attacco. Gli scenari di queste ulteriori violenze sono stati circa 20 villaggi a maggioranza cristiana, ha spiegato Jo Newhoise, portavoce delle operazioni di sostegno ai cristiani nell’Africa Sub-Sahariana di Porte Aperte/Open Doors, precisando inoltre che “le conferme sull’identità e sul movente degli attentatori tarderanno ad arrivare. Possiamo però basarci su ciò che sappiamo essere accaduto in questa regione per un lungo periodo di tempo. Sappiamo che le comunità agricole, per lo più cristiane, hanno subito attacchi da parte dei militanti Fulani (musulmani) per molti anni”. Per questo, secondo l’ong, “l’elemento religioso di questi attacchi non dovrebbe mai essere sottovalutato. Abbiamo visto troppe volte cristiani indifesi attaccati senza alcuna ragione!”. Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors in Italia, ha affermato: “Non bastano gli attacchi, le uccisioni, i rapimenti, ma anche l’abuso sessuale è usato in una strategia chiara per debellare la presenza cristiana dall’intera area. Lo Stato nigeriano palesemente non è in grado di arginare tutto questo, lasciando spesso impuniti molti degli autori, proponendosi come un notaio di questa dinamica di estirpazione delle comunità cristiane”. Porte Aperte/Open Doors ha lanciato nel 2023 una campagna pluriennale di sostegno pratico, patrocinio e sensibilizzazione della causa delle minoranze cristiane in Africa Sub-Sahariana, denominata Arise Africa. “È tragico di nuovo scoprire come molti cristiani, che non vedevano l’ora di festeggiare pacificamente il Natale con i loro cari e le loro congregazioni locali, si siano ritrovati ancora una volta brutalizzati, vittime di una violenza terrificante. Coloro che sono riusciti a sfuggire alla carneficina, sono ora dispersi, traumatizzati e in lutto”.