“Il Natale, lo sappiamo, non è tale se non è accompagnato da un mix ben collaudato di suoni, luci, colori e riti tradizionali, tra cui gli acquisti dei regali e il buon cibo condiviso con i parenti o con gli amici. Non guasta neppure un piccolo gesto di solidarietà verso i cosiddetti ‘sfortunati’: anche questo ci sta bene a Natale. Ci sono però delle volte in cui questo rito collettivo non ‘funziona’: se stiamo vivendo un momento di dolore o di grande fatica, se la mia famiglia si è divisa o uno dei ragazzi non riesce ad uscire dalla sua crisi depressiva, se tra gli ‘sfortunati’ che non arrivano alla fine del mese ci siamo anche noi… il Natale con tutto il suo bagaglio di musiche e lampadine appese assume un sapore inevitabilmente amaro, fino a diventare insopportabile. Vedere l’allegria degli altri ci ricaccia in una solitudine carica di risentimento”. Parte da questa considerazione il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Gianpiero Palmieri, nel suo messaggio di auguri natalizi alla diocesi.
“Questo modo di vivere (o forse subire il Natale) riguarda tante persone, molte di più di quelle che potremmo immaginare”, osserva il presule: “Gli ‘sfortunati’ (che aggettivo insopportabile!) dilagano e diventano maggioritari rispetto a chi ‘sta bene’ in ogni momento dell’anno e si può permettere il Natale dalle ‘luci artificiali’. Non lo dico io, lo dicono i dati ormai pubblicati in tutte le testate nazionali e locali”. L’arcivescovo esorta: “Ritorniamo al senso più profondo e vero del Natale, ritorniamo all’avvenimento che è alla sua origine”. Nel Natale si ricorda che “è nato un bambino, da una famiglia che noi definiremmo povera, come la stragrande maggioranza delle famiglie del mondo. Ma questo bambino, dall’aspetto identico a tutti i bambini, contiene una Luce potente, una Luce divina”.
“Il bambino di Betlemme è Dio che è venuto a rivelarci che questa Luce dentro ce l’ha donata Lui. Egli stesso – prosegue mons. Palmieri – è la Luce mandata dal Padre nella storia umana per illuminare ogni uomo”. Camminare con Gesù tutti i giorni della nostra vita ci aiuta a ritrovare la forza dello Spirito e a riscoprire le ragioni vere del nostro essere al mondo. Finalmente, una Luce (questa volta non artificiale!) si accende dentro di noi. È il miracolo vero, quello della fede”, conclude il vescovo.