“Come la vista attenta e senza pregiudizi di Maria, di Giuseppe, dei pastori e dei Magi che si recano alla grotta e riconoscono ‘l’atteso dalle genti’, anche noi, con lo stupore e la delicatezza propri di san Francesco, dobbiamo continuare a prolungare quello sguardo che ci permette di accogliere l’evento di grazia del Natale che aiuta a scorgere la presenza di Dio nella vita dell’uomo, di cui ci invita a riconoscere l’inestimabile valore e l’infinito splendore”.
Il vescovo di Castellaneta, mons. Sabino Iannuzzi, in occasione del Natale, ha inviato un messaggio augurale alla comunità ecclesiale diocesana. Nel suo messaggio il vescovo ha ricordato l’ottavo centenario del presepe realizzato a Greccio da San Francesco d’Assisi: “Molto probabilmente – scrive il presule – di ritorno da Roma dove aveva incontrato Papa Onorio III ed aveva ricevuto l’approvazione della Regola per l’Ordine da lui fondato, il Santo di Assisi, con l’aiuto dell’amico Giovanni Velita, volle rappresentare la scena del Bambino nato a Betlemme, così da poter contemplare – in qualche modo – con gli occhi del corpo i disagi a cui fu esposto il neonato per la mancanza delle cose necessarie, di come fu adagiato in una greppia e di come giaceva tra il bue e l’asinello. L’esperienza di quella notte santa di letizia del 1223 fu indicibile”.
E quella stessa letizia il vescovo augura a tutti i destinatari del messaggio natalizio invitando tutti a tornare alla bellezza dell’incontro personale con il Signore e con gli altri. In un tempo in cui “delle grandi guerre armate” e dei più subdoli conflitti politico-finanziari, in cui la vita viene impunemente violata e traumaticamente strappata a migliaia di uomini e di donne di ogni età, dei quali la cronaca quotidiana ci riporta solamente il numero, “privandoli dei volti, delle storie e dei nomi di ognuno di loro”, mons. Iannuzzi invita tutti a vincere “la tentazione facile e sbrigativa del virtuale. Cioè alla massificazione di un augurio, affidato ad un’immagine o un messaggio di testo spediti… attraverso un semplice click per mezzo di una lista broadcast dal nostro indirizzo WhatsApp o con un post sul nostro stato di Facebook, attendendo dei like o delle emoticon gratificanti. “Ritorniamo alla bellezza della reciprocità diretta ed empatica”, nella convinzione, conclude mons. Iannuzzi, “che la relazione con la persona che è al nostro fianco vale molto di più di ogni rapporto virtuale”.