Natale: mons. Bodo (Saluzzo), “mantenere viva la speranza della pace, della concordia tra i popoli, della fratellanza universale”

“Il Mistero del Natale è contemporaneo. Il segno del presepe rinvii i sensi a vedere la gloria di Dio nel suo abbassamento; insegni all’uomo l’umiltà di riconoscerlo, ritrovarlo, adorarlo, non di sfuggita e per un giorno soltanto, ma stabilmente, in ogni forma di povertà e di emarginazione e nel modesto quotidiano di tante persone che, senza clamori, fanno la storia dei nostri giorni. Il segno è qui! E ci basti per mantenere viva la speranza della pace, della concordia tra i popoli, della fratellanza universale; e ci basti per credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui”. Lo scrive il vescovo di Saluzzo, mons. Cristiano Bodo, nel messaggio di auguri natalizi alla comunità diocesana.
“Per avvicinarsi ed entrare nel Mistero del Natale occorre tempo”, osserva il presule, “per vivere il Mistero del Natale ci vogliono silenzio, preghiera, riflessione”, “per entrare nel Natale vero occorrono sensi finissimi, educati all’ascolto di messaggi impercettibili ai distratti; occorre fede; ci vuole ‘essere bambini’ per stupirci davanti al Mistero, comprenderlo, contemplarlo, conservarlo, tradurlo in testimonianza di vita”. “È impossibile lasciarci coinvolgere dalla frenesia del tempo che scorre via e non basta mai, senza compromettere la corretta comprensione del senso cristiano del Natale”, prosegue il vescovo, ricordando che “sono trascorsi ormai ottocento anni dal Natale 1223, da quando Francesco, il serafico d’Assisi, di ritorno da Betlemme, volle rievocare la scena della natività di Gesù, allestendo a Greccio, per la prima volta, il presepe”. “Da allora in poi – evidenzia mons. Bodo – la creatività e la fede popolare hanno mantenuto la tradizione, offrendo ai sensi del corpo la possibilità di percepire, comprendere e interiorizzare il messaggio di quel Bambino nato a Betlemme e posto in una mangiatoia”. “La Chiesa di Saluzzo voglia restare nella bella tradizione popolare – l’auspicio del vescovo – e, nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle piazze, si allestiscano i presepi, come ‘segni’ che rinviano al Mistero dell’incontro tra Dio e i suoi figli. Si facciano i presepi: con entusiasmo e nella collaborazione reciproca. Mentre si allestisce il presepe si unisce la famiglia, si costruisce la Chiesa, si mantengono vive le relazioni; ci si addentra nel Mistero di Dio che si svela”. “I presepi – continua mons. Bodo – aiutino a immaginare le scene, a stimolare gli affetti, a coinvolgere la vita; si ritorni a ‘essere bambini’; si viva la dimensione della vita interiore; si apprenda la condivisione e la gratitudine; si amino i poveri e anche la sobrietà; si irrobustisca la volontà, perché il bene e la pace sono sempre una possibilità; si comprenda in che consiste l’Incarnazione e la Nascita di Gesù a Betlemme, oggi”.

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