“La piccola ‘casa comune’ che tutti abitiamo chiama a osare stili di fraternità e condivisione, scelte e prassi di pace, rifiutando ogni forma di dominio, violenza e sopraffazione”. Lo scrive mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, nel messaggio di Natale ai fedeli della diocesi. “Anche chi, come me, non ha figli secondo la carne, ha bisogno di pensare tutti come figli, qualcuno come figlio, della cui sorte appassionarsi, lottando dentro di sé contro pigrizia, egoismo e viltà – aggiunge -. Ma se il bene del figlio è la vera gioia del padre e della madre, tutti possiamo intuire e realizzare un po’ della paternità di Dio. Diventando aperti e generativi in ogni campo della vita sociale: nell’educazione e nella cura dei più fragili, nella partecipazione politica e nella cooperazione economica, nel lavoro e nel riposo”.
L’augurio natalizio del presule è che “le crescenti solitudini scelte o imposte dalla vita contemporanea possano aprirsi all’adozione di nuove relazioni, di amicizia e sostegno reciproco, almeno a uno sguardo che sia fatto meno di giudizio istintivo e più di nutriente attenzione, paterna e materna”. “Il Bambino del presepe ce lo propone nel silenzio della sua vulnerabilità, in cui l’Onnipotente ha scelto di nascondersi per facilitare i nostri passi verso di Lui e verso gli altri. Sia Natale, dunque, sempre di più, in tutte le nostre vite”.