“La vita a volte ci pone dinanzi tante sfide, non sempre facili da affrontare, così il cuore si appesantisce, qualche volta, senza neppure rendercene conto, trascorriamo giornate stanche e tristi, senza sapere perché e ci appare difficile superare questi momenti che ci portano spesso verso la solitudine, anche quando ci troviamo in mezzo a tanta gente”. Lo scrive mons. Michele Fusco, vescovo di Sulmona-Valva, nel suo messaggio per Natale.
“C’è una strada che Gesù vuole indicarci in questo Natale per riaccendere d’amore il nostro cuore, liberandolo dalla tristezza e dai pesi che troppo spesso lo schiacciano. È la medesima strada percorsa da Gesù che incarnandosi, ha preso su di sé le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, perché nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel suo cuore. La strada da percorrere è dunque quella della condivisione, del farsi vicino, dell’aprirsi all’altro, del dialogare, del fare comunione!”, spiega il presule.
“Dio si è fatto uomo, si è fatto carne per entrare nella nostra vita, non come un fantasma, ma come uomo. Si è fatto bambino per vivere la nostra storia, per percorrere le nostre strade, per sperimentare le nostre tristezze e nel condividerle trasformarle in opportunità di fraternità”, osserva il vescovo, per il quale “quando siamo capaci di dialogare, di mettere in comune le nostre storie così che l’altro possa accogliere con delicatezza e donare parole e gesti di affetto e di amicizia, allora rinasce la serenità e avvertiamo che una nuova storia può cominciare, una presenza ci abita tanto da poter vedere ogni cosa in una luce nuova. Nel dialogo si genera una scintilla, l’incontro riaccende nel cuore la speranza”.
Il percorso sinodale che stiamo seguendo, sottolinea mons. Fusco, “ci aiuta a vivere tante occasioni di comunione, seppure siamo diversi tra noi, possiamo sperimentare la bellezza di essere fratelli. Siamo invitati a Natale a sentire l’altro come un dono, a rompere i muri del sospetto reciproco per vedere nell’altro un fratello, così al di là delle diverse idee, che pure sono importanti e ci stimolano a non restare fermi, si costruisca insieme una vita migliore!”.
Il presule conclude: “Non possiamo indignarci e scandalizzarci delle guerre se nel nostro piccolo anche noi non siamo portatori di pace! Il nostro cuore a Natale deve brillare più delle luci che riempiono le strade delle nostre città, il nostro Natale deve far così rumore da far ripartire la speranza, a Natale facciamo più spazio all’amore… allora sì nei nostri cuori si accenderà la luce della gioia”.