“Il rischio più grande della fede è quello di scandalizzarsi dell’umiltà e dell’umanità di Cristo”. Lo ha detto il card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella seconda predica di Avvento per la Curia Romana, pronunciata in Aula Paolo VI alla presenza del Papa. Citando Pascal e la lettera apostolica a lui dedicata da Papa Francesco per il 400° della nascita, il cardinale ha fatto notare che per il filosofo francese il rischio più grande è “mettere tra parentesi Gesù Cristo”. Nei dibattiti attuali sull’esistenza o meno di Dio, ha denunciato Cantalamessa, “quasi mai viene pronunciato il nome di Gesù Cristo, come se non appartenesse al discorso su Dio”: “Il mondo e i suoi media fanno di tutto, e purtroppo ci riescono, per tenere separato o taciuto il nome di Cristo in ogni discorso che si fa sulla Chiesa. Noi, invece, dobbiamo fare di tutto per lasciarlo ostinatamente presente, perché tutto senza Gesù al mondo è vano”. Come insegna Pascal, “Dio si sente con il cuore”: lo “scandalo” suscitato dal discorso di San Paolo all’Areopago, per il porporato, “è oggi meno ostentato ma non meno presente tra gli intellettuali, e l’effetto più dannoso sul rifiuto dell’umiltà e dell’umanità di Cristo è il silenzio su di lui”.