“Anche nella Curia c’è bisogno di imparare l’arte dell’ascolto”. Ne è convinto il Papa, che nel tradizionale discorso di auguri natalizi alla Curia Romana ha lanciato un monito preciso: “Prima dei nostri doveri quotidiani e delle nostre attività, soprattutto prima dei ruoli che rivestiamo, occorre riscoprire il valore delle relazioni, e cercare di spogliarle dai formalismi, di animarle di spirito evangelico, anzitutto ascoltandoci a vicenda. Con il cuore e in ginocchio”.” Ascoltiamoci di più, senza pregiudizi, con apertura e sincerità; con il cuore in ginocchio”, la consegna di Francesco: “Ascoltiamoci, cercando di capire bene cosa dice il fratello, di cogliere i suoi bisogni e in qualche modo la sua stessa vita, che si nasconde dietro quelle parole, senza giudicare”. Poi la citazione di Sant’Ignazio: “È da presupporre che un buon cristiano deve essere propenso a difendere piuttosto che a condannare l’affermazione di un altro. Se non può difenderla, cerchi di chiarire in che senso l’altro la intende; se la intende in modo erroneo, lo corregga benevolmente; se questo non basta, impieghi tutti i mezzi opportuni perché la intenda correttamente, e così possa salvarsi. E’ tutto un lavoro per capire bene l’altro”. “Ascoltare è diverso da udire”, ha ribadito il Papa: “Camminando per le strade delle nostre città possiamo udire molte voci e molti rumori, eppure generalmente non li ascoltiamo, non li interiorizziamo e non ci restano dentro. Una cosa è semplicemente udire, un’altra cosa è mettersi in ascolto, che significa anche accogliere dentro”.