Natale: mons. Antonazzo (Sora), “non si può allestire il presepe e oscurare la presenza di Dio offendendo la dignità della persona”

“Il presepe diventa ‘vissuto’ quando riconosciamo la presenza di Dio nella storia ferita”. E’ quanto si legge nel messaggio di Natale di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. “Immaginiamo il presepe senza la statuetta del Bambino Gesù”, la provocazione del vescovo. “In assenza della statuetta del piccolo Redentore, il presepe ci riconsegna la certezza della presenza di Dio in un mondo lacerato ‘a pezzi’, nella nostra umanità disgregata dalla perniciosa e perversa inimicizia sociale. Viene ad offrire il balsamo della sua amicizia, per disarmare il cuore dall’odio, dal rancore, dal potere che aggredisce e uccide, dal terrorismo che disumanizza. Dio viene a smilitarizzare il cuore per creare le condizioni di un nuovo umanesimo, purificato e guarito dal malessere della disumanità”.
Alla domanda di sempre: “Dio, dove sei?”, il Natale “è la risposta”, afferma il presule. Alla domanda: “Uomo, deve sei?”, ancora “non troviamo risposta da quando chiese: ‘Adamo dove sei?’; “’Dov’è tuo fratello?’. Non possiamo accostarci al presepe – il monito di mons. Antonazzo – per fare solo finta di commuoverci dinanzi ad una semplice statuetta. Non si può allestire il presepe e oscurare la presenza di Dio offendendo la dignità inviolabile della persona umana. Abbiamo inventato l’intelligenza artificiale, a rischio di perdere la nostra intelligenza umana. Alla perdita della fede sembra corrispondere anche lo smarrimento della ragione”. Per il vescovo  “la statuetta del Bambino potrà tornare ancora una volta nel presepe, ma solo dopo averlo incontrato sull’altare e nella storia. E’ di questo che abbiamo urgente bisogno, prima che sia davvero troppo tardi”.

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