Cristiani e musulmani devono “rimanere uniti” nella difesa dei Luoghi Santi di Gerusalemme, mentre la Monarchia Hashemita di Giordania persevera nell’adempiere al suo ruolo di custode e protettrice di quei Luoghi. Lo ha riaffermato il Re Abdullah II di Giordania, incontrando ieri 20 dicembre i Capi delle comunità islamiche e musulmane della Giordania e di Gerusalemme. Lo riferisce Fides. Il vescovo greco-ortodosso Christoforos Atallah, attualmente a capo del Consiglio dei capi delle Chiese in Giordania, ha affermato che a Gaza lo spirito del male e dell’odio e i suoi strumenti stanno uccidendo civili innocenti, “come se le azioni di Erode nel massacro dei bambini di Betlemme si ripetessero nelle loro forme più atroci”, in un clima di generale silenzio e disimpegno ufficiale a livello internazionale. Re Abdullah II, da canto suo, ha ribadito che qualsiasi tregua deve portare ad un cessate il fuoco e al ritorno delle due parti al tavolo dei negoziati, per affrontare la questione palestinese sulla base della soluzione dei due Stati, appoggiata dal consenso internazionale. Il Re ha anche deplorato gli attacchi militari contro i luoghi di culto, comprese le moschee e le chiese di Gaza, dove cercano protezione e rifugio persone inermi. Il card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, ha espresso il suo apprezzamento per il soccorso umanitario messo in atto dalla Giordania con l’invio di ospedali da campo a Gaza e in Cisgiordania, rimarcando che solo l’intervento della comunità internazionale potrà aprire una prospettiva nuova e realistica per il futuro di Gaza e dei palestinesi.