“I vostri gesti di gentilezza mi hanno consentito di mandare alla mia bambina il mio primo dono di Natale dal 2020, da quando sono in custodia cautelare. È un regalo che ha assicurato ad ognuno di noi due molta gioia e ha aiutato mia figlia a capire che le voglio bene e penso a lei in ogni momento della mia giornata. Dio vi benedica”. È questa una delle tante testimonianze raccolte, questo Natale, da “Pact”, la charity cattolica che sostiene i carcerati e le loro famiglie, che ha lanciato, in occasione delle festività, “Operation Elf”, Operazione Elfo, un’iniziativa che garantisce a centinaia di genitori, che si trovano in prigione, doni da far avere ai loro figli. Secondo diversi studi, infatti, quando i legami famigliari vengono sostenuti una persona che lascia la prigione ha il 39% in meno di probabilità di rioffendere. Nelle varie parrocchie Operazione Elfo, che aiuta chi è in prigione a mantenere la propria identità, come genitore, ha preso modalità diverse. Nella chiesa dell’Immacolata Concezione, a Devizes, cittadina del sud d’Inghilterra, la rappresentante locale di “Pact” ha parlato, durante ogni messa, e raccolto oltre mille sterline per aiutare i papà rinchiusi nella vicina prigione di Erlestoke, a far avere un dono ai figli. Nelle diocesi di Arundel e Brighton e Portsmouth, invece, sempre nel sud d’Inghilterra, i fedeli hanno preparato in prima persona i regali per i papà rinchiusi nel penitenziario di Coldingley.