“La Striscia di Gaza è di nuovo (da ieri) il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino. Dopo sette giorni di tregua da una violenza orribile, i combattimenti sono ripresi. Altri bambini sicuramente moriranno come conseguenza”. Lo ha dichiarato la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, dopo la ripresa dei combattimenti a Gaza. “Prima della pausa, secondo le notizie, più di 5.300 bambini palestinesi sono stati uccisi in 48 giorni di bombardamenti incessanti – un dato che non include molti bambini ancora dispersi e presumibilmente sepolti sotto le macerie”, ha sottolineato Russell, osservando che “se la violenza dovesse tornare su questa scala e intensità, possiamo presumere che altre centinaia di bambini saranno uccisi e feriti ogni giorno. E se non saremo in grado di far arrivare acqua, cibo, forniture mediche, coperte e vestiti caldi a chi ne ha bisogno, ci troveremo di fronte a una catastrofe umanitaria”. “Per sette giorni c’è stato un barlume di speranza per i bambini in mezzo a questo orribile incubo”, ha proseguito la direttrice generale dell’Unicef ricordando che “più di 30 bambini tenuti in ostaggio a Gaza sono stati liberati e riuniti alle loro famiglie. La pausa umanitaria ha permesso di aumentare le consegne di aiuti di prima necessità a Gaza e in tutta la regione”. “L’Unicef e i suoi partner hanno potuto incrementare in modo significativo le operazioni e i programmi. E abbiamo potuto iniziare a riunire i bambini separati con le loro famiglie”, ha evidenziato Russell, aggiungendo che “ciò non è stato sufficiente per soddisfare l’entità dei bisogni umanitari, ma è stato un inizio. Ora abbiamo bisogno di un accesso più sicuro e prevedibile per raggiungere i bambini feriti, sfollati e traumatizzati. E dobbiamo far arrivare gli aiuti ai bambini che sono vulnerabili al clima freddo e umido che è arrivato”. “I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo”, ammonisce direttrice generale dell’Unicef: “Chiediamo a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele meritano la pace e la speranza di un futuro migliore”.