“Ci prepariamo a celebrare il Natale in un duplice contesto. Da un lato, il contesto della drammatica situazione della popolazione, che si aggrava ogni giorno di più con la morsa infernale dei gruppi armati, l’aumento vertiginoso del costo della vita, lo smarrimento dei giovani che lasciano il Paese, la manifesta indifferenza delle autorità e l’intransigenza degli attori politici che non riescono a trovare un compromesso salvifico. D’altra parte, il contesto del Sinodo della Chiesa ci invita ad agire diversamente ad Haiti: ad ascoltarci reciprocamente, a impegnarci in un dialogo sincero, a camminare insieme, a vivere insieme, per meglio discernere il senso della storia secondo lo Spirito Santo, e a costruire insieme la nostra nazione”. Lo scrive la Conferenza episcopale haitiana (Ceh), nel messaggio diffuso ieri, in vista del Natale e a conclusione della propria assemblea plenaria.
“Come quei pastori che vegliavano e facevano la guardia, vi invitiamo caldamente a intraprendere un autentico risveglio spirituale e civile che ci porti a una profonda conversione personale e collettiva – scrivono i vescovi –, per combattere il fatalismo o il disfattismo e le forze del male che hanno lasciato il segno in ogni aspetto della nostra vita sociale, politica, economica e culturale. Questo risveglio comporterà l’impegno patriottico di ognuno di noi per la ripresa di Haiti. Non è stato forse questo spirito di fraternità a spianare la strada alla fondazione della nostra Nazione? È questo che celebreremo il 1° gennaio 2024, nel 220° anniversario della nostra indipendenza. È, quindi, tempo di lavorare con determinazione per riscoprire questa fraternità, oggi ferita e lacerata da lotte di potere interne e fratricide e dal richiamo del guadagno, da politiche divisive, da sistemi di profitto sfrenati e da odiose tendenze ideologiche che manipolano le azioni e il destino del nostro popolo”.
La gioia delle feste di Natale e di Capodanno sarà ancora più grande, prosegue il messaggio, “se verranno compiuti passi concreti per risolvere la crisi: un ampio e ragionevole consenso tra i vari protagonisti della crisi, l’impegno delle autorità a ristabilire un clima di pace e a fermare il traffico illegale di armi e munizioni, la fine della violenza, dell’insicurezza e dell’impunità, il sostegno concreto e inequivocabile della comunità internazionale per il disarmo e la ripresa del Paese; sono tutte premesse per la normalizzazione della vita del popolo e il ripristino delle istituzioni democratiche”.
Concludono i vescovi: “Incoraggiamo gli sforzi compiuti a tutti i livelli di dialogo e di incontro per trovare una soluzione soddisfacente a questa crisi multidimensionale. Al popolo haitiano, all’élite del Paese e a tutti gli attori politici diciamo: ‘L’ora è grave! Non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore’ (Salmo 94:7-8). Nello spirito del Natale, siate pronti a fare sacrifici per il bene del nostro Paese”.