Si svolge oggi a Roma, in Casa Maria Immacolata, istituto delle Figlie della Carità in via Ezio, il convegno “Lumière”, organizzato dal Coordinamento della Famiglia vincenziana Italia, a quattrocento anni dall’esperienza di luce di santa Luisa de Marillac (1623-2023). Spiega il manifesto del Convegno: “Nel 1623 Luisa era sommersa nei meandri di una oscurità, che la portava a dubitare che l’esistenza avesse un senso e fosse travolta dal caos del nulla universale. Ma ecco che, nella preghiera del dramma interiore, l’illuminazione dello Spirito di Dio la guarisce e ne unifica le fratture dell’anima. Nasce una nuova Luisa, dalla grazia dello Spirito. E lei vivrà tutta la vita nella memoria di quel momento, ricevendo, assimilando, incorporando questo Spirito che la immette nell’avventura della carità”.
“I biografi hanno ricostruito con sufficiente circostanzialità i dati che hanno caratterizzato l’esistenza di Luisa de Marillac nella prima parte della sua vita, che ha come punto di arrivo l’esperienza dell’illuminazione sul passato e sul futuro della sua esistenza avvenuta nel giorni di Pentecoste del 1623. Ma la cura per l’oggettività con cui essi presentano i fatti non ci restituisce sufficientemente lo stato d’animo e la condizione emotiva che ha lavorato nel sottosuolo sensibile di questa giovane, che si è presentata all’appuntamento con la maturità della vita con una ferita che invece di cicatrizzarsi era andata ad acuirsi fino ad arrivare ad una forma di avvilimento destrutturante la sua personalità”, spiega padre Erminio Antonello, visitatore della provincia dei Missionari vincenziani Italia che ha aperto la mattinata con una relazione su “I dati storico-biografici dell’evento chiamato “Lumière”.
“Luisa infatti arriva a 32 anni di età con una tristezza nell’anima, tale da fissarsi nell’idea di essere oggetto di una punizione divina – continua padre Antonello –. Da questo avvilimento potrà uscirne in forza dell’azione illuminante dello Spirito Santo, dell’intercessione di san Francesco di Sales e della mediazione pedagogica di san Vincenzo. Il nocciolo di questa liberazione interiore è contenuto nel breve scritto che gli storici hanno intitolato Lumière, Luce”.