“La nascita di un bimbo è gioia indicibile per i genitori, festa dei nonni, dono atteso e desiderato da tutta la comunità. Dalle nostre parti l’evento è avvolto da una certa discrezione, magari compare un fiocco azzurro o rosa alla porta di casa”. Lo ha scritto il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Andrea Turazzi, in un messaggio alla vigilia della Giornata per la vita nascente che si celebrerà domani sul territorio diocesano. L’iniziativa – viene spiegato in una nota – si terrà in contemporanea nei tre vicariati, e precisamente nella parrocchia di Serravalle per il vicariato di San Marino, nella parrocchia di Pennabilli per il vicariato della Valmarecchia e nella parrocchia di Ponte Cappuccini per il vicariato della Val Foglia/Val Conca. “Sarà – spiega il presule – un’opportunità educativa: la futura mamma si prepara a vivere la maternità in famiglia, ma anche in seno alla comunità; la comunità si apre al riconoscimento del grande dono della vita nascente; per tutti sarà un’occasione di rendimento di grazie al Signore. Inoltre, sarà motivo, tutt’altro che secondario, per dare risposta all’attuale situazione demografica”.
All’inizio dell’Avvento, osserva il vescovo, “quale il modo migliore per celebrarlo se non con la gratitudine e lo stupore per il dono della vita nascente?”. “Il Signore – commenta mons. Turazzi – ha risposto ed è entrato nel mondo nel modo più semplice, umano e stupefacente: è venuto attraverso il grembo di una donna. Ha voluto percorrere il cammino di ogni uomo: dal concepimento alla nascita, dalla crescita all’età matura, amando sino alla fine. Ha esaltato la maternità e la paternità, ha santificato il parto, ha proclamato il Vangelo della vita”. “Si sa”, riconosce il vescovo, “l’arrivo di un bambino non è sempre ‘rose e viole’: preoccupazioni per il futuro (‘che sarà mai di questo bambino?’, fu il sussurro della gente alla nascita di Giovanni Battista), nuovo equilibrio nella coppia e in famiglia… Già prima del lieto evento, talvolta affiorano trepidazioni, ansie e timori. Quali paure? Facile scivolare nel moralismo…”. “Non voglio cadere in questo tranello”, assicura mons. Turazzi, “ma non posso ignorare gli sposi che, guardandosi attorno, sono alle prese con un contesto sociale che non li aiuta: la società alza l’asticella degli standard di vita, raramente le politiche familiari sono nel cuore dei programmi, si rincorrono le scadenze, si propongono progetti, ma indispensabile e urgente è domandarsi: qual è il punto critico del nostro vivere?”. “Celebrare la Giornata della vita nascente – sottolinea il vescovo – è anche denunciare quanto può spegnere la gioia dell’accoglienza. E non solo. È anche rinnovare consapevolmente l’alleanza per la vita: cura per le relazioni, ascolto e aiuto reciproco, costruzione di un tessuto di umanità fraterna, sviluppo in tutti ed educazione alla dimensione della maternità e della paternità”. “Lo sguardo – aggiunge – si estende, in un giorno come questo, alle coppie che accolgono la sfida della maternità e della paternità coraggiosamente, alle coppie che allargano gli spazi della loro casa per far posto ad un bambino in adozione o in affido: un segno straordinario, ma non impossibile”. Domani, conclude mons. Turazzi, “chiederemo perdono per i bambini che non nascono a causa del nostro egoismo. Pregheremo per chi sente negata maternità e paternità. Pregheremo per chi si dona ogni giorno per gli altri, spalancando il cuore ad una maternità e ad una paternità spirituale, non meno vera e non meno coinvolgente di quella fisica”.